venerdì 25 gennaio 2008

Eccezionale!

A capodanno del 2000, io e alcuni amici festeggiammo l'"eccezione dell'eccezione dell'eccezione". Infatti il 2000, essendo un anno il cui numero è divisibile per 4, è eccezionale in quanto potenzialmente bisestile; essendo anche divisibile per 100, farebbe eccezione a questa regola dato che la maggior parte degli anni con questa proprietà non sono bisestili. L'ulteriore eccezione è data dal fatto che notoriamente gli anni divisibili per 400 sono invece bisestili.

Il tutto, come si sa, serve per approssimare la durata media dell'anno solare. Ma anche con questi accorgimenti, l'anno solare è lievemente più breve della durata media dell'anno nel calendario gregoriano. Per questo motivo, nel 1849 l'astronomo John Herschel propose di considerare l'anno 4000 non bisestile.

Quindi, qualora nel prossimo paio di millenni si decidesse di adottare questa proposta, a capodanno del 4000 potremo festeggiare l'eccezione dell'eccezione dell'eccezione dell'eccezione!

In realtà ho un po' semplificato le cose, perché per decidere della "vera" lunghezza dell'anno solare bisogna, tra le altre cose, tenere in considerazione le differenze tra l'anno tropico e altre definizioni dell'anno, come quello siderale; il punto dell'eclittica in cui si considera l'inizio dell'anno tropico; le fluttuazioni di anno in anno...

giovedì 10 gennaio 2008

E Giovan Battista Marino? Ovvero, come non dire pane al pane chiamando spada una vanga

Devo alla citazione che ne fa Stefano Bartezzaghi nella sua bella storia del cruciverba L'orizzonte verticale (Einaudi 2007) questo estratto da una prolusione che tenne W.H. Auden a Oxford nel 1956, degno di un ipotetico manifesto dei pignuoli. Auden chiederebbe a un critico letterario:

Ama, nel senso che ama davvero, e non che li approva in linea di principio:
  1. Le lunghe liste di nomi propri, come le genealogie dell'Antico Testamento e il Catalogo delle navi nell'Iliade?
  2. Gli enigmi e tutti gli altri modi per non chiamare 'spada' una spada?
  3. Le forme metriche complicate e di grande difficoltà tecnica, come gli englys, i drott-kvaetts, le sestine, anche se il loro contenuto è banale?
  4. Teatralità consapevolmente esagerate, e brani di adulazione barocca come il benvenuto di Dryden alla duchessa di Ormond?

Se un critico potesse rispondere in tutta sincerità «sì» a ognuna delle quattro domande, allora potrei fidarmi implicitamente del suo giudizio su qualsiasi questione letteraria.
Ovviamente non saprei dirlo meglio, o aggiungere qualcosa, e quindi mi limito alle pignolerie di servizio.
In realtà, nel punto 2. si parlava di "calling a spade a spade", cioè, vanghe a parte, "dire pane al pane".
Sugli englys, che poi sono englyns (anzi, englyn perché non facciamo il plurale delle parole straniere, ma se lo facessimo sarebbe englynion in gallese), vedi la voce Englyn della Wikipedia. Si fa presto a dire englyn: ce ne sono otto tipi, tra cui l'englyn del soldato e l'englyn monorima storto. Dei drott-kvaett (o, con ortografia più nordica, dróttkvætt) si parla all'interno della voce sulla poesia allitterativa.