mercoledì 20 agosto 2008

Certo che c'è l'umlaut

Sia come matematico che come traduttore, ho a che fare con qualcuno che revisiona il mio testo. In genere le mie esperienze sono state positive. Non mi è capitato di avere particolarmente da ridire sulle modifiche proposte: in qualche caso mi sono chiesto perché il revisore pensasse che il suo intervento fosse una miglioria, in altri ho apprezzato io stesso la modifica. Comunque ne ho visto abbastanza per rendermi conto di quanto possa essere snervante per un vero scrittore, che per giunta tratta di argomenti seri e a tratti dolorosi, vedersi modificato arbitrariamente il testo:

If I wrote that people “retreated,” why would he suggest “withdrew”? If I chose “polite,” why nudge me with “proper”? And if I described someone at a reading having asked me a question “softly,” how could he come up with “hesitantly”? I had been there and the question wasn’t hesitant, it was soft–those aren’t the same things.

And not only that, he was wrong on one point after another. Our family had always avoided German products but I have come to enjoy Jakobs Krönung coffee. His note on that was that Google said there was no umlaut over the letter “o.” Well, I knew he was wrong, but I had a bag of those beans in my freezer and double-checked. Of course there’s an umlaut; that’s the German spelling. Had he bothered to click on one of his Google links he might have seen an actual photo of a bag of Krönung beans. Is this petty? Yes. And that’s what happens too often with copy editing–you find yourself in an argument over small points with a total stranger who you’ll never meet. It's a weird mix of intimacy, hostility, and distance.


Il resto di quello che scrive in proposito Lev Raphael si può leggere in "Stet! Stet! Stet!" (Apprendo in quest'occasione che "stet" è usato in inglese come in italiano si usa "vive", per indicare che una correzione indicata in una bozza dev'essere ignorata.)

giovedì 7 agosto 2008

La Wertmüller è una dilettante

Tante volte qualcuno si fosse chiesto quali sono i 226 film dal titolo più lungo, ecco qui la risposta (perché proprio 226? perché chi ha compilato la lista si è limitato ai titoli lunghi almeno 60 caratteri). Alcuni titoli non sono veramente interessanti, perché si riferiscono a filmati delle origini della cinematografia, con titoli puramente descrittivi, come Her Majesty the Queen Arriving at South Kensington on the Occasion of the Laying of the Foundation Stone of the Victoria & Albert Museum, del 1899.

Il titolo più lungo che non rientra in questa categoria, e secondo in assoluto, sembrerebbe il belga 1971, of zelfs al houdt Mosje Dajan zijne kak in en komt er voor 1971 genen oorlog, dan nog zal de Belgische film, dank zij de huidige situatie (om het kort te zeggen) er als volgt uitzien.

Il primo film italiano arriva al ventottesimo posto, e non è di Lina Wertmüller: si tratta di All'onorevole piacciono le donne (Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia) di Lucio Fulci. L.W. arriva solo in quarantaquattresima posizione, con Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova - si sospettano moventi politici.

Non mi posso esimere dal citare alcuni dei titoli che prediligo, come:

  • The Incredibly Strange Creatures Who Stopped Living and Became Mixed-Up Zombies, che è citato in The Golden Turkey Awards tra gli aspiranti al "Peggior titolo di tutti i tempi", ma il vincitore è Rat Fink a Boo Boo, una sorta di imitazione/parodia dei telefilm di Batman
  • Night of the Day of the Dawn of the Son of the Bride of the Return of the Terror che è solo un ridoppiaggio parodistico (ma no?) della Notte dei morti viventi di Romero: il bello è che l'Internet Movie Database ne dà, come titolo alternativo, anche Night of the Day of the Dawn of the Son of the Bride of the Return of the Revenge of the Terror of the Attack of the Evil, Mutant, Alien, Flesh Eating, Hellbound, Zombified Living Dead Part 2: In Shocking 2-D. D'altronde, non è molto soddisfacente, proprio perché fatto apposta, o "più apposta" degli altri
  • Who Is Harry Kellerman and Why Is He Saying Those Terrible Things About Me? perché

    • è forse il primo nell'elenco che io abbia visto (più oltre arrivano Tutto quello che avreste voluto sapere... e Dottor Stranamore...)
    • è forse il primo che non sia un documentario o un film umoristico
    • è forse l'unico con Dustin Hoffman

  • Sherlock Holmes in the Singular Case of the Plural Green Mustache, per ovvi motivi.

mercoledì 6 agosto 2008

Scultura antica e sentimento del futuro


Forse Ercole Rosa sarà così apprezzato dai nostri pronipoti che vivranno fra sei secoli e mezzo, da spingerli a inventare la macchina del tempo per rendergli omaggio già oggi. Oppure qualche ignoto scalpellino era molto distratto.

Ma la spiegazione più soddisfacente è tutt'altra: quale? Ricordate che un tempo Roma, e tutta l'Italia, era ben più laica di oggi.

(La risposta nel primo commento.)