tag:blogger.com,1999:blog-62843262766909171022024-03-13T11:03:33.259+01:00L'Accademia de' PignuoliIdee e pignolerie assortiteDaniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.comBlogger209125tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-82198383034493604382024-02-07T09:00:00.006+01:002024-02-07T17:44:02.555+01:00Uno su mille<p><span style="font-family: georgia;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: georgia;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTLXR1QeNSYyXWWQ2RtJmcS7s0S0N9B_ZretgASidE0lJL76iiTRDLeA5VjylIttnvgZqixnFUOIDqK34kV531GyaJgNveBk0ICPbL5KvbZiYjSkw_UYGkGORT7EVK2YPmFF_OlHTC_VOKrPSnjFowc0ifoU4YQ4jEzjDiVCXolMjQLbulHEUJCfsWokW-/s1500/passmore.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="976" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTLXR1QeNSYyXWWQ2RtJmcS7s0S0N9B_ZretgASidE0lJL76iiTRDLeA5VjylIttnvgZqixnFUOIDqK34kV531GyaJgNveBk0ICPbL5KvbZiYjSkw_UYGkGORT7EVK2YPmFF_OlHTC_VOKrPSnjFowc0ifoU4YQ4jEzjDiVCXolMjQLbulHEUJCfsWokW-/s320/passmore.jpg" width="208" /></a></span></div><span style="font-family: georgia;"><br />Sto leggendo l'interessantissimo <i><a href="https://amzn.to/3OxFV3e" target="_blank">Fascism. A Very Short Introduction</a></i> di Kevin Passmore, che conferma l'utilità di queste sintesi, che sono più o meno il corrispondente britannico dei <i>Que sais-je?</i> francesi.</span><p></p><p><span style="font-family: georgia;">Oltre a fare un riassunto degli eventi storici che portarono all'ascesa dei fascismi del primo dopoguerra e di quelli attuali, si pone il problema di capire come si possa definire il fascismo in generale, quale tratti permettano di dire che un certo movimento o regime vi rientra o no. La conclusione – in realtà chiarita fin dalle prime pagine – è che non è possibile. Esaminando la situazione in nazioni diverse e spesso anche all'interno di uno stesso movimento, possiamo trovare tratti rivoluzionari e conservatori, elitari e di massa, nazionalismo e internazionalismo e così via. Non sempre, non tutto, anzi, ma abbastanza da rendere pressoché impossibile stilare un elenco di caratteristiche e dire che un movimento è fascista se le presenta tutte e sole.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ma questo è un blog di pignolerie, non di storia o politica, e quindi qui voglio segnalare solo una citazione curiosa. Mostrando che uno dei tratti di alcuni neofascismi contemporanei consiste nel desiderio di non confondersi con il resto della società, pure più che singole convinzioni o istanze ideologiche, cita Charles Hall, <i>commander</i> della White Aryan Legion, che dice tra l'altro che “portando una croce uncinata sulla pelle o sulla camicia, ci si distingue dal 99,9 per cento della popolazione”.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ora, intanto questo significherebbe che di simili a lui c'è ancora un millesimo della popolazione, che non è neppure pochissimo. Anzi, gli piacerebbe avere 300.000 co-legionari negli Stati Uniti. (Sì, gli USA sono pieni di gente che pensa cose molto discutibili, ma per molti di loro l'etichetta di “fascisti” sarebbe impropria, se non in un senso molto lato.)</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ma soprattutto, ammesso di voler avere qualcosa che ci distingua da altre 999 persone su mille, e senza aspirare a qualifiche rare o titoli di studio elevati, </span><span style="font-family: georgia;">basta fissare la propria residenza ad Anzio, a Carrara o a Olbia (ognuna delle quali contiene circa un millesimo della popolazione italiana</span><span style="font-family: georgia;">).</span></p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-51895825250871685702023-08-07T09:30:00.001+02:002023-08-07T09:30:00.139+02:00Videocamere?<p><span style="font-family: georgia;">Se sbaglio mi corigerete: se ho ben capito, una delle peculiarità di <i>Oppenheimer</i> di Christopher Nolan è il fatto che è stato girato su pellicola, e per giunta pellicola IMAX da 70 millimetri, cosa più unica che rara (è il film più lungo mai girato in questo formato e così via). Mi risulta che ci sia appena una trentina di cinema <i>in tutto il mondo</i> in grado di proiettarlo così, e infatti c'è per esempio un cinema a Roma che si vanta già solo di proiettarlo da pellicola (da 35 mm).</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ora, pochi cinema lo proietteranno come si deve, ma che sia stato girato in quel modo lì rimane vero per tutti. Allora, perché i manifesti che dovrebbero magnificare le virtù del film affermano che è stato “girato con <i>videocamere</i> IMAX”? Non c'è dubbio che “videocamera” sia, nella migliore delle ipotesi, sinonimo di “telecamera” e quindi sia un apparecchiatura per la ripresa di immagini “trasformando le differenze d’intensità luminosa tra i diversi elementi dell’immagine in variazioni di tensione elettrica” (Treccani), permettendo quindi di registrarle su nastri magnetici o supporti digitali o di trasmetterle</span><span style="font-family: georgia;"> in diretta.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Traduzione automatica dall'inglese <i>camera</i>? Marketing misterioso?</span></p><p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5pXKKFWjByrQ6dCcBIP93pYonlHJh1D4L9vXuyYMnWb7k1xmNQeB14OAmynwBB4-Bet3VDsTyfH4OHv2dNzsOelFOOUst1I44L4fI5LfNff_3z7IoJEr8-wXokvNQp1gyHsI1Tk1Mm9it5N_iFpvRwETkOZK-VTlF0tJIAPg8fmN4EJjKGttz1tf0T4Ea/s4032/PXL_20230804_092707514.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5pXKKFWjByrQ6dCcBIP93pYonlHJh1D4L9vXuyYMnWb7k1xmNQeB14OAmynwBB4-Bet3VDsTyfH4OHv2dNzsOelFOOUst1I44L4fI5LfNff_3z7IoJEr8-wXokvNQp1gyHsI1Tk1Mm9it5N_iFpvRwETkOZK-VTlF0tJIAPg8fmN4EJjKGttz1tf0T4Ea/w640-h480/PXL_20230804_092707514.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">No, “cineprese”!</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-70821813778814607302023-08-04T09:00:00.001+02:002023-08-04T09:00:00.137+02:00Sui rapporti tra i cineasti e le forze armate<p><span style="font-family: georgia;">Due disclaimer, simili ma opposti, a corredo di due film di ambiente militare.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Uno viene dal film britannico <i>Private's Progress</i> di Alan Hackney del 1956 (dall'infelice titolo italiano <i>Operazione... fifa</i>). È un film pesantemente satirico, in cui quasi tutti i militari che compaiono sono o inetti o disonesti. Il Ministero della difesa britannico non apprezzò, e quindi non offrì alcuna cooperazione. I produttori presero in giro così questa scarsa disponibilità:</span></p>
<p><span style="font-family: georgia;"></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: georgia;"><img data-original-height="2240" data-original-width="3584" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhdRCWYlnLTPaL_szMeUqgFW22vZysFzwlmuOq3QJV01qLZ0DNGZHlPB5C9BvryolCuGriiH3WUqinZJQPBqWiH8fydkiiMs721sW-W-IoLUsadZc-BAyjKQXzu_EPUP0dLlg2f5HoeSm777qK55YwUL-396GBaaNfRZrzD0SPZs1Rj_75rwgE59xWMa_5v" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="640" /></span></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: georgia;">“I produttori esprimono la loro gratitudine per la collaborazione ufficiale di assolutamente nessuno.”</span></td></tr></tbody></table><p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-family: georgia;">L'altro viene da un film molto più recente: <i>Gunjan Saxena: The Kargil Girl</i> di Sharan Sharma del 2020. È un film indiano che ricostruisce la vicenda appunto di Gunjan Saxena, una delle prime pilote dell'aeronautica militare indiana e delle difficoltà che incontrò. Nonostante la trama si basi su fatti reali, la produzione sentì il bisogno di mettere le mani avanti contro eventuali sospetti di critica nei confronti dell'aeronautica in due schermate alla fine del film:</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
<p><span style="font-family: georgia;"></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img data-original-height="2240" data-original-width="3584" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh8HEqQ6ZygYVgMRCPRv-ApPRGFZECihzcLs7EIyVWk9JAhgx8Gqjy2j8yk1rv245bOiJLZCZH7uCU5LC3eK59nsxsjT1t5hjOnxKQxMFMdpFApq9hjQ6esFk1uCeCwEpx8UfJKSy07myC3wrNHdGiWW1o7YWw9Mvpt-zE7oRvr4uZ5bWFDNKCVvm6VMppP=w640-h400" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="640" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“Poiché questo film è una versione romanzata e drammatizzata degli eventi della vita del capitano Gunjan Saxena ambientato alla fine del XX secolo (cioè 1984-1999), nessuna scena deve essere interpretata come rappresentazione fedele o accurata degli eventi reali che si verificarono. Non è un commento sui personaggi, le circostanze o le situazioni rappresentati nel film. / Il film non garantisce, rappresenta o rivendica alcuna pretesa di autenticità o correttezza storica su eventi e/o episodi proiettati in questo film. Alcuni nomi di personaggi, luoghi, storia di qualsiasi persona (viva o morta), edifici utilizzati nel film possono essere fittizi e qualsiasi somiglianza con la realtà è puramente casuale e non intenzionale. / Il film, i produttori, il regista, gli artisti o qualsiasi altra persona associata al film non intendono calunniare, diffamare o ferire o mancare di rispetto ad alcuna persona/e, luogo, regione, paese, religione, opinioni di comunità o individui o religiose, o credenze o sentimenti individuali di alcuna persona/e. I cineasti riconoscono e rispettano pienamente altre opinioni e punti di vista in merito all'argomento di questo film. L'uso di certe espressioni in questo film è puramente per drammatizzare la messinscena e gli eventi rappresentati in questo film, e i realizzatori di questo film e qualsiasi altra persona associata a questo film non approvano l'uso di tali espressioni da parte di alcuna persona. / Il produttore, il regista, gli artisti o altri associati a questo film sono tutti cittadini rispettosi della legge e non hanno creato questo film per incitare alcun disordine o illegalità.”</td></tr></tbody></table><p></p><div style="text-align: center;"><span style="font-family: georgia;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh8HEqQ6ZygYVgMRCPRv-ApPRGFZECihzcLs7EIyVWk9JAhgx8Gqjy2j8yk1rv245bOiJLZCZH7uCU5LC3eK59nsxsjT1t5hjOnxKQxMFMdpFApq9hjQ6esFk1uCeCwEpx8UfJKSy07myC3wrNHdGiWW1o7YWw9Mvpt-zE7oRvr4uZ5bWFDNKCVvm6VMppP"><span style="font-family: georgia;"></span></a></span></div><p></p><span style="font-family: georgia;"><br /><div><span style="font-family: georgia;"><br />E non finisce qui:</span><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img data-original-height="2240" data-original-width="3584" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhIjLGgLDfAVyFHOWl8pvx92C9cfO9Pmg3gqngj8128QjCfKQf-LTxUMGbd-ShDq_d4xN462hakrK7BiUjuytK0PfEn9tZAqFS5tvvA5P2xPOxOoL46yLMSEJ9xP6jWaRcqpC7An_McXBeCVlWeXjxXrSXy4rncf3B9yzqEIEooGdxPM8VWY6TVM9c7DJ2a=w640-h400" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="640" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“Questo film è ispirato a eventi basati sulla vita del capitano Gunjan Saxena. Il film è stato creato dai cineasti prendendosi libertà creative e drammatizzando gli eventi per la messinscena cinematografica. / L'Aeronautica militare sostiene l'uguaglianza nei cieli. Attualmente ci sono 1625 donne ufficiali in servizio nell'Aeronautica militare indiana. / Rendiamo omaggio all'Aeronautica militare indiana. Jai Hind!”</td></tr></tbody></table><p></p><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhIjLGgLDfAVyFHOWl8pvx92C9cfO9Pmg3gqngj8128QjCfKQf-LTxUMGbd-ShDq_d4xN462hakrK7BiUjuytK0PfEn9tZAqFS5tvvA5P2xPOxOoL46yLMSEJ9xP6jWaRcqpC7An_McXBeCVlWeXjxXrSXy4rncf3B9yzqEIEooGdxPM8VWY6TVM9c7DJ2a"><span style="font-family: georgia;"></span></a></div><p></p><br />Ora, a me pare che questo denoti qualche differenza nelle libertà di espressione tra il Regno Unito negli anni Cinquanta (che pure era da poco uscito da esperienze in cui le forze armate avevano svolto un ruolo non da poco) e l'India del presente. Ma chi sono io per emettere giudizi sulla più grande democrazia del mondo?<span style="white-space: pre;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span><span style="font-family: georgia;"><br /></span><p><br /></p></div></span><p></p></span><p></p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-58838461833098301352023-05-07T14:54:00.003+02:002023-05-10T17:26:50.886+02:00Il deludente “Manhattan Project” di Stefano Massini<p><span style="font-family: georgia;">Mi è capitato di leggere <a href="https://amzn.to/42L8qiq" target="_blank"><i>Manhattan Project</i> di Stefano Massini</a>, perché la storia della bomba mi sta molto a cuore ed ero curioso di vedere come era stata reinterpretata in chiave teatrale.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Non si tratta di un testo teatrale tradizionale: non c'è una suddivisione in atti e scene, né un elenco di personaggi, né vere e proprie battute attribuite all'uno o all'altro e tanto meno didascalie sui movimenti in scena. È più un testo poetico, diviso in parti e capitoli. Ognuno dei capitoli si rifà a temi veterotestamentari (“Libro dei Patriarchi”, “Libro dei Re” etc.) e anche lo stile vuol essere quasi biblico e aulico.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Però, per scrivere la Bibbia bisogna saperlo fare. Così com'è, il risultato è vacuo, fasullo, baricchiano.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Riduce le figure dei fisici del Progetto Manhattan a macchiette, a personaggi da cartone animato ognuno dei quali ha una singola frase o gesto tipico, che viene ripetuto pari pari, alla lettera, ogni santa volta che ricompare. Per esempio Leó Szilárd, prima di parlare, fa sempre la stessa cosa: “Si tolse gli occhiali / pulì le lenti / era il suo modo di prendersi tempo, da sempre”. È il modo di Massini </span><span style="font-family: georgia;">di prendersi tempo</span><span style="font-family: georgia;"> e allungare il brodo? Pensa che così si caratterizzino i personaggi, si dia loro statura epica?</span></p><p><span style="font-family: georgia;">E anche “localmente” c'è un gusto esasperato per la ripetizione: in praticamente ogni pagina c'è una parola o una locuzione ripetuta varie volte di seguito, immagino sperando di ottenere un qualche effetto stilistico (“</span><span style="font-family: georgia;">bocca cucita / </span><span style="font-family: georgia;">bocca cucita /</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-family: georgia;">bocca cucita /</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-family: georgia;">bocca cucita /</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-family: georgia;">bocca cucita /</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-family: georgia;">bocca cucita /</span><span style="font-family: georgia;"> </span><span style="font-family: georgia;">bocca cucita</span><span style="font-family: georgia;">”).</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Tralascio le imprecisioni fattuali (come la presenza di Erdős tra gli altri partecipanti al progetto), considerandole licenze poetiche. Ma anche al netto di ciò ci sono imprecisioni imbarazzanti, quali “Erdős Paul” usato come versione ungherese del nome (p. 32); l'affermazione che i neutroni si possono scindere (35); la “decadenza beta” (40); l'Eterno che crea il mondo in sette giorni e si riposa l'ottavo (204); Oppenheimer che è tentato di sabotare la pila di Fermi infilando una penna nell'ingranaggio (211): come pensa Massini che fosse fatta?</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Peggio di tutto, però, è l'approccio infantile alla caratterizzazione dei fisici in quanto tali. Si esprimono usando metafore di una banalità imbarazzante (“Io sono un protone, tu sei un elettrone”) o spiegandosi le cose in termini elementari, come Szilárd (Szilárd!) che spiega a Oppenheimer (a Oppenheimer!) che cos'è una reazione a catena, raccontando di un bambino che lancia un petardo che fa frenare bruscamente un tram che fa cadere una ciclista che... Al paragone i dialoghi fra i personaggi di <i>The Big Bang Theory</i> sono riflessioni profonde sulla natura e le responsabilità della fisica.</span></p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-40039305217212263152022-12-21T18:28:00.001+01:002022-12-21T18:28:06.194+01:00Cialtroneria artificiale<p>Di recente (come molti in tutto il mondo), mi sono incuriosito per le potenzialità di <a href="https://chat.openai.com/" target="_blank">ChatGPT</a> e ci ho fatto qualche esperimento. Ricordo che è un'intelligenza artificiale in grado di conversare su pressoché qualsiasi argomento, in pressoché qualsiasi lingua e con un alto grado di coerenza. È divertente vedere come se la cava, anche perché è capace di enormi alti e bassi. Se un attimo mi stupisce perché sembra aver “capito” una mia richiesta non banale, subito dopo mi delude perché si mette a parlare a vanvera, o a ripetere più volte le stesse cose.</p><p>Un aspetto su cui molti sembrano fraintenderla è questo: <i>non</i> è – almeno attualmente – un motore di ricerca (ha solo un enorme corpus di testi per lo più fino al 2021), <i>non</i> è un'opera di consultazione, <i>non</i> è un “tonto onnisciente” (riprendo dall'<a href="https://www.ilpost.it/2022/12/19/traduzione-intelligenza-artificiale-latronico/">articolo per il resto notevole di Vincenzo Latronico</a>, che si interroga soprattutto su come questa e altre IA se la cavano con le traduzioni).</p><p>La questione fondamentale è che elabora frammenti di testo, <i>non</i> informazioni.</p><p>Una storiella per illustrarlo. Mi è capitato di recente di vedere <i>Accadde a Berlino</i> (<i>The Man Between</i>), film britannico di Carol Reed del 1953. La protagonista femminile è Claire Bloom. Avevo una vaga idea che la Bloom avesse a che fare con Laurence Olivier, ma non mi ricordavo che cosa. Prima di cercare altro, ho provato a vedere come se la cavava in proposito ChatGPT e gliel'ho chiesto (testuale domanda: “Che cos'hanno a che fare Claire Bloom e Laurence Olivier?”), sia in italiano sia in inglese, e più volte (le risposte non sono deterministiche), e ogni volta mischia verità e fantasia in modo inestricabile. Di fatto, si inventa ogni volta qualcosa: che erano sposati, che hanno interpretato insieme <i>Amleto</i> o <i>La spia che venne dal freddo</i> etc. (niente di tutto ciò è vero). Per esempio:</p><p></p><blockquote>Claire Bloom e Laurence Olivier erano entrambi attori di fama mondiale, noti per le loro prestazioni teatrali e cinematografiche. Claire Bloom è nata a Londra nel 1931 e ha iniziato la sua carriera teatrale già all'età di 17 anni. Ha recitato in molti film di successo, tra cui "Il trono di sangue" di Orson Welles e "Limelight" di Charles Chaplin. Laurence Olivier, nato nel 1907, è stato uno dei più famosi attori inglesi del XX secolo, noto soprattutto per le sue interpretazioni teatrali di Shakespeare. Ha anche recitato in molti film di successo, tra cui "Rebecca" di Alfred Hitchcock e "Il terzo uomo" di Carol Reed. I due attori hanno lavorato insieme in diverse produzioni teatrali e cinematografiche, tra cui il film "La lunga notte di Frankenstein" del 1957, in cui Bloom interpretava Elizabeth e Olivier il Dottor Frankenstein.</blockquote><p></p><p>Per chi ne sa qualcosa di cinema, è affascinante e agghiacciante allo stesso tempo. Sembra di sentir parlare di un universo parallelo in cui le cose sono andate in un modo diverso: chissà se in questo altro mondo, nel <i>Terzo uomo</i> Olivier interpreta il ruolo di Orson Welles o di Joseph Cotten? Qual è la trama di <i>La lunga notte di Frankenstein</i>? A volte pare che ChatGPT proceda per associazioni di idee, ma come una persona che si ricorda male le cose: <i>Il trono di sangue</i> è il film di Akira Kurosawa ispirato al <i>Macbeth</i>, ed esiste anche un <i>Macbeth</i> di Orson Welles, ma in nessuno dei due c'è Claire Bloom, la quale ha però interpretato altri ruoli shakespeariani. In questa memoria vacillante, per esempio, confonde spesso Laurence Olivier con Richard Burton (che era veramente sposato con la Bloom e ha veramente interpretato <i>La spia che venne dal freddo</i>). O forse, più semplicemente, fa come chi non ne sa molto su un argomento, ma anziché ammetterlo inventa qualcosa.</p><p>Ma per finire in bellezza, e calando bruscamente il livello artistico, ho chiesto a ChatGPT l'analogo per Lino Banfi e Paolo Villaggio. Non mi ha detto che sono stati sposati, ma è convinto che</p><p></p><blockquote>Uno dei loro progetti più famosi è stato il film "Fantozzi" (1975), in cui Villaggio ha interpretato il ruolo del protagonista, Ugo Fantozzi, e Banfi ha recitato nei panni del suo amico e collega di lavoro, Adolfo Orazi.</blockquote><p></p><p>(Chi è Adolfo Orazi?)</p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-86342387577712937002022-05-09T14:33:00.000+02:002022-05-09T14:33:42.135+02:00Valzer e non valzer<p style="text-align: left;">Di recente mi è capitato di parlare con un amico di brani musicali in 3/4. Mi aveva fatto ascoltare un podcast in cui, per parlarne, si usava in modo intercambiabile il termine “valzer”. Le due cose non sono uguali, e per chiarire le idee prima di tutto a me stesso ho buttato giù due righe.</p><p>Il valzer è una cosa ben precisa, una delle cui caratteristiche essenziali è senz'altro di avere un tempo in 3/4, ma ha anche altre caratteristiche culturali e storiche che lo definiscono, prima fra tutte quella di essere una danza. Comunque anche il minuetto, il bolero, la mazurka etc. sono in 3/4 e non sono certo valzer (si veda per esempio <a href="https://www.semplicementemusica.it/tabella-danze-.html" target="_blank">un elenco di danze e tempi relativi</a>).</p><p>E queste sono solo le danze. Poi ovviamente ci sono cose che non sono neppure danze ma sono ugualmente in 3/4, da “Tanti auguri a te” a “God save the Queen/King”, l'inno del Regno Unito. Qualche altro esempio si può trovare in <a href="https://musicfans.stackexchange.com/questions/12150/looking-for-examples-of-well-known-non-waltz-music-definitely-in-3-4-time" target="_blank">una discussione sul tema su StackExchange</a>.</p><p>Poi – ma questa è più una curiosità che altro, nel senso che non dice molto sulla definizione di “valzer” – ci sarebbero cose che sono suonano quasi come valzer, pur senza esserlo. L'esempio più famoso viene da Čajkovskij: all'inizio del 2° movimento della Sesta sinfonia, la “Patetica”, c'è una melodia che “sa” di valzer, ma in realtà è in 5/4:</p>
<div style="text-align: center;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/OHO2Wr9yQeQ?start=1053" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div><p style="text-align: left;">E poi, volendo, ci sarebbe anche <a href="https://youtu.be/ovPwUihaVdE" target="_blank"><i>La valse à mille temps</i> di Jacques Brel</a>!</p><div style="text-align: center;"><br /></div>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-5030513394276987272021-06-22T17:20:00.000+02:002021-06-22T17:20:04.346+02:00Controllare “controllare”<p><span style="font-family: georgia;">Ogni volta che uso il sostantivo “<b>controllo</b>” o il verbo “<b>controllare</b>” ho delle remore.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Non c'è dubbio che ormai queste parole abbiano acquisito in italiano un significato attivo, relativo alla capacità di “dirigere, regolare, determinare o impedire decisioni e comportamenti” (Treccani) detto di cose, persone, luoghi, attività, sé stessi. La mia remora viene dal fatto che è un'accezione relativamente recente, derivata dall'analoga inglese: “the power to influence or direct people's behaviour or the course of events” (Oxford Dictionary of English).</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ma ancora 70 anni fa (e fino a quando? io ho sott'occhio un dizionario del 1948) “controllo” significava soltanto:</span></p><p></p><blockquote><span style="font-family: georgia;"><i>Riscontro. Verifica. Esame sull'operato altrui. Riscontro di entrate e di spese.</i> (Zingarelli, 7ª edizione, 1948)</span></blockquote><p><span style="font-family: georgia;">E l'analogo per “controllare”. Il controllore controllava i biglietti, per esempio, ma non sé stesso nel bere. Se uno controllava la palla, era per vedere se era bucata, non per evitare che finisse fuori campo. Se uno controllava un settore dell'industria, apprendeva se vi avevano luogo degli illeciti, non spazzava via la concorrenza.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ora si usa in entrambi i modi, e non avrebbe senso cercare di andare contro corrente. Ma per lo meno cerco di <i>controllare</i> che le frasi che scrivo non siano fraintendibili per via del</span><span style="font-family: georgia;">l'ambiguità.</span></p><p></p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-2747039215626554252021-01-11T20:59:00.003+01:002021-01-11T20:59:54.342+01:00Cieli di celluloide<p><span style="font-family: georgia;">Quelli tra i miei 2,5 lettori che si interessano al cinema o all'aviazione (e se poi fosse a entrambi, sarebbe il massimo) saranno lieti di sapere che dal primo dell'anno sto tenendo un nuovo piccolo blog, appunto sul cinema d'aviazione: <i><a href="http://cielidicelluloide.blogspot.com/">Cieli di celluloide</a></i>. In ogni post analizzo un film, una persona, un aereo, </span><span style="font-family: georgia;">un concetto legati a questo genere.</span></p><p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-CYighUqPMNo/X_ytiwE0wnI/AAAAAAAByFI/R_rvfOvQSRo_S9Hgz_66rdtu7P9UtrolQCLcBGAsYHQ/s2048/plane.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1546" data-original-width="2048" height="303" src="https://1.bp.blogspot.com/-CYighUqPMNo/X_ytiwE0wnI/AAAAAAAByFI/R_rvfOvQSRo_S9Hgz_66rdtu7P9UtrolQCLcBGAsYHQ/w400-h303/plane.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A parte che non è un triplano e non è rosso, sarebbe l'aereo di von Richthofen in <i>Gli angeli dell'inferno</i> (1930)</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-63809683711850622692020-11-25T09:07:00.001+01:002020-11-25T09:07:50.580+01:00Joe chi?<p>Mi arriva quotidianamente una newsletter del <i>Corriere della Sera</i>, “Prima Ora”, vagamente più curata anche di altre cose loro, non un semplice collage di lanci d'agenzia. Be', ieri 24 novembre, arrivato a “l’ex vicepresidente di Obama, John Kerry”, ho interrotto e l'ho cancellata. C'entrerà il fatto che il vero ex vicepresidente di Obama è un personaggio del tutto oscuro e non se ne parla mai.</p><p>Al momento in cui scrivo la si può trovare <a href="https://www.corriere.it/la-bussola-di-oggi/2020/11/24/duello-stop-sci-mentre-morti-covid-superano-50-mila-145b97e8-2dcd-11eb-b83d-41802abb4d33.shtml" rel="nofollow" target="_blank">qui</a>.</p>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-34442792294884694842020-01-13T11:54:00.000+01:002020-01-13T11:54:02.085+01:00Incredibile davveroAlcuni mesi fa ho letto <i>L'incredibile cena dei fisici quantistici</i> di Gabriella Greison, che mi era stato regalato, e alcune cose non mi avevano convinto. Avevo scritto all'autrice, ma chissà se l'indirizzo era quello giusto; comunque non ho mai ricevuto risposta. Giro qui il grosso di quello che avevo scritto. Magari qualcun altro può confermare o correggere qualche mia osservazione. Aggiungo qui tra parentesi graffe alcuni chiarimenti che non erano necessari nella lettera all'autrice e ometto i problemi puramente tipografici.<br />
<br />
<i>ho letto la sua “Incredibile cena” partendo con le migliori aspettative ... ma purtroppo mi ha molto deluso. Alcuni dei motivi sono, ovviamente, puramente soggettivi: l'ampio spazio che lei dedica a se stessa, l'eccessivo (per me) attardarsi su tic, stranezze e pettegolezzi relativi ai fisici (capisco l'esigenza di renderli umani, ma di qualcuno rischia di rimanere solo questo); l'andare continuamente avanti e indietro fra presente (della narrazione), passato e futuro, che non mi sembra aiuti molto la comprensione. Ma, ripeto, queste sono opinioni personali e sicuramente altri lettori apprezzeranno tutte queste cose.</i><br />
<i> Quello che invece trovo grave è l'ampia quantità di errori oggettivi, punti poco chiari, anacronismi e refusi che affollano il libro. ... sono dell'opinione che un libro, o qualunque altra cosa, vada stimato in base a ciò che ha di buono e non alle inevitabili imperfezioni. Ma qui i ripetuti intralci alla lettura erano tali che ho fatto fatica ad arrivare in fondo.</i><br />
<i> Ho appuntato qua e là qualche problema, tutt'altro che sistematicamente:</i><br />
<i><br /></i>
<i>* Citazione in epigrafe erroneamente attribuita a Einstein (cf. Di Maio). {Si tratta della classica citazione inventata “Tutti sanno che una cosa è impossibile. Poi arriva uno che non lo sa e la fa”.}</i><br />
<i>* 69, -11: “c'era la guerra”: quale, nel 1905-09?</i><br />
<i>* 96-7: Heisenberg/Heinsenberg: quale delle due citazioni è di Heisenberg, e di chi è l'altra?</i><br />
<i>* 97: La vicenda accademica di Heisenberg è narrata in modo confuso (si iscrive all'università, poi diventa docente, poi si iscrive di nuovo, poi scopre la fisica atomica prima di cominciare gli studi...).</i><br />
<i>...</i><br />
<i>* 134, 4: I primi aviogetti nel 1927?</i><br />
<i>...</i><br />
<i>* 182, -6: sciatore > oscillatore; e vari altri problemi nel discorso di Bohr, che non è né una trascrizione/traduzione letterale, né un riassunto...</i><br />
<i>* 187, 11-14: In realtà Fermi da adulto disdegnava le letture non attinenti ai suoi studi; è solo che aveva una buona memoria e si teneva strette le letture dei classici fatte a scuola. {Si diceva che Fermi era un “grande amante della letteratura”, cosa notoriamente falsa.}</i><br />
<i>...</i><br />
<i>* 165, 13 e 194, -1: herr [che dovrebbe essere scritto maiuscolo, e comunque semmai Professor, Doktor...]</i><br />
<i>* 198: Einstein menziona anacronisticamente le forze nucleare debole e nucleare forte (nel caso di quest'ultima, in anticipo di decenni) e il problema della loro unificazione.</i><br />
<i>...</i><br />
<i>* 200, -1: Che senso ha “Sausage Party”, in maiuscolo e in inglese? Non è che fosse un nome speciale: significa solo che facevano grandi mangiate di würstel. {Si parlava dei </i>Würstel-Abende<i> di Schrödinger.}</i><br />
<i>* 215, -15: “disisntregato” (ci sono vari refusi, come se il libro fosse stato scritto di getto – solo qualche esempio a caso: 120: sprono; 246: motiviazioni; 247: controccorrente; accenti mancanti in parole francesi, concordanze mancate... – ma cito questo perché è simpatico e ha un'interessante vicinanza con “stregato”)</i><br />
<i>...</i><br />
<i>* passim: il curioso uso di “documento” per indicare gli articoli scientifici.</i><br />
<i>* La bibliografia ha vari problemi: a volte l'editore è indicato prima del luogo di edizione, a volte dopo e a volte per niente; a volte è indicata l'edizione originale e a volte quella italiana; l'uso dei corsivi e il modo di indicare gli autori non sono coerenti etc.</i><br />
<br />Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-46091152100921324212019-01-28T16:49:00.000+01:002019-01-28T19:08:01.398+01:00Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In inglese capita spesso che, per descrivere una disposizione di persone – specie in una didascalia di una foto – si scrivano cose del tipo “Smith ... with Jones to his right” o “to Smith's left are Jones and Robinson”. E confesso che ogni santa volta sono in dubbio su come interpretarlo: la sinistra, per esempio, di Smith è quella vista da lui (cioè il lato in cui lui ha la mano sinistra) oppure da noi (cioè io guardo la foto e sposto lo sguardo da Smith verso sinistra)?</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In genere qualcos'altro permette di chiarire la situazione: se si tratta di una foto, è possibile che conosciamo le persone ritratte; se è una descrizione, nel testo c'è spesso una ridondanza sufficiente da capire le posizioni delle varie persone (o magari tutto sommato sono ininfluenti).</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ma non potevo rimanere con questo dubbio.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Finalmente, analizzando a fondo la questione in tutti i suoi aspetti, oggi ne ho trovato una soluzione compiuta: <b>ognuno fa un po' come beatamente gli pare</b>.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Porgo così all'attenzione dell'inclito lettore alcuni esempi </span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">di entrambe le situazioni,</span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> presi più o meno a caso.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-WfnWQ6wLzY8/XE7jEguCCOI/AAAAAAABTIM/moxqMUClVgA3Cnmgu4_nDQpbwoMZSwU3gCLcBGAs/s1600/Screenshot%2B2019-01-28%2Bat%2B10.56.12.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><img border="0" data-original-height="1320" data-original-width="1290" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-WfnWQ6wLzY8/XE7jEguCCOI/AAAAAAABTIM/moxqMUClVgA3Cnmgu4_nDQpbwoMZSwU3gCLcBGAs/s400/Screenshot%2B2019-01-28%2Bat%2B10.56.12.png" width="390" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nella didascalia di questa foto, tratta dal sito del <a href="https://www.nytimes.com/2017/04/04/opinion/when-martin-luther-king-came-out-against-vietnam.html" target="_blank">New York Times</a>, si dice che Martin Luther King ha “Dr. Benjamin Spock to his right”, e Spock è chiaramente il signore alto che noi vediamo a sinistra di King, sopra il bambino (perché Spock non era un prete e perché in ogni caso ha quella faccia lì). Quindi qui abbiamo la “right” vista dal personaggio effigiato.</span></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-_yOKDFKBIw0/XE7lS2aIcrI/AAAAAAABTIY/8GsFuTOSjb0WmEO6QfJFPXCvzsbHYDXPgCLcBGAs/s1600/Screenshot%2B2019-01-28%2Bat%2B10.55.45.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><img border="0" data-original-height="1070" data-original-width="1240" height="345" src="https://2.bp.blogspot.com/-_yOKDFKBIw0/XE7lS2aIcrI/AAAAAAABTIY/8GsFuTOSjb0WmEO6QfJFPXCvzsbHYDXPgCLcBGAs/s400/Screenshot%2B2019-01-28%2Bat%2B10.55.45.png" width="400" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Qui (<a href="https://www.aol.com/article/news/2018/09/28/whats-really-going-on-in-the-viral-picture-of-grimacing-women-during-kavanaughs-angry-defense/23544702/" target="_blank">fonte</a>) è tutto detto esplicitamente: la moglie di Kavanaugh “is to his left”, e infatti nella foto la vediamo a sinistra del tizio. Il contrario del caso precedente.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-KaxbwPD2QZs/XE7lpEDFwAI/AAAAAAABTIo/OJP4ITSiVE4bQVQ632YNoPMe3iIqt4knQCEwYBhgL/s1600/Screenshot%2B2019-01-28%2Bat%2B10.33.38.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><img border="0" data-original-height="1128" data-original-width="1102" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-KaxbwPD2QZs/XE7lpEDFwAI/AAAAAAABTIo/OJP4ITSiVE4bQVQ632YNoPMe3iIqt4knQCEwYBhgL/s640/Screenshot%2B2019-01-28%2Bat%2B10.33.38.png" width="624" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In questa immagine (da D.N. Schwartz, <i>The Last Man Who Knew Everything</i>), varie persone sono identificate facendo riferimento, ogni volta, al punto di vista di Guglielmo Marconi, al centro in basso con il cappello in mano. Per esempio, Bohr e altri sono “to his left”, intendendo alla sinistra visti da Marconi, cioè per noi sulla destra. 2 a 1 per il punto di vista dei personaggi dentro la foto.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-n08qOrEtP54/XE7majw0ZrI/AAAAAAABTI0/uDWzAFatG-UE306bO1-tMFyviqGZCH00gCKgBGAs/s1600/IMG_20190128_103907.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://4.bp.blogspot.com/-n08qOrEtP54/XE7majw0ZrI/AAAAAAABTI0/uDWzAFatG-UE306bO1-tMFyviqGZCH00gCKgBGAs/s640/IMG_20190128_103907.jpg" width="640" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nella foto in alto a destra (tratta da R. Wohl, <i>The Spectacle of Flight</i>) Howard Hughes, il giovane uomo alto al centro, dà la mano al pilota Roscoe Turner, con il caschetto da aviatore. La didascalia dice che l'attrice norvegese Greta Nissen (la seconda da destra) è “to the right of Turner”, nel senso che la vediamo a destra dell'aviatore. 2 a 2.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ho qualche altro esempio, troppi per la pazienza di chi mi legge e troppo pochi per trarne conclusioni statisticamente significative. La morale, però, è semplicemente che bisogna stare attenti perché non c'è una regola fissa o, se c'era, s'è persa per strada da qualche parte.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-66658606063623753992018-11-01T08:30:00.000+01:002018-11-01T08:30:05.130+01:00Mise en abyme<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-iokbitctMiw/W9ni_uJkWkI/AAAAAAABPUM/eepQyPGfZy81z0qblBDJPi5OUTzk6DRPwCKgBGAs/s1600/IMG_20181030_171004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1576" height="640" src="https://4.bp.blogspot.com/-iokbitctMiw/W9ni_uJkWkI/AAAAAAABPUM/eepQyPGfZy81z0qblBDJPi5OUTzk6DRPwCKgBGAs/s640/IMG_20181030_171004.jpg" width="628" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un’immagine di Roma.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un’“Immagine di Roma”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un’immagine di “Immagine di Roma”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un’immagine di Roma e u</span><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">n’“Immagine di Roma”.</span></div>
<br />Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-52559379899718624292018-10-22T08:30:00.000+02:002018-11-03T17:35:07.087+01:00Un tale uso di “tale”...<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Mi sono accorto solo relativamente di recente di un uso curioso e discutibile: “tale” come “sinonimo” di questo.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">I miei 2,5 lettori non hanno bisogno che ricordi loro che “questo” si riferisce a una cosa di cui si sta parlando, mentre “tale” si riferisce più in generale a una cosa che ha caratteristiche come quelle della cosa di cui si sta parlando. Se, all'interno di un discorso più ampio, dico “tali libri si trovano in tutte le edicole” non mi sto riferendo necessariamente ai libri di cui si è parlato finora, ma anche a libri analoghi, simili, con certe qualità in comune.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">E invece vedo che “tale” viene usato con una certa frequenza – e anche da chi dovrebbe stare attento a queste sfumature, come i revisori di certe case editrici – come se fosse intercambiabile con “questo”, e a volte addirittura come se ne fosse un sinonimo più ricercato.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-29679422280373970002018-09-26T08:30:00.000+02:002018-09-26T09:58:07.313+02:00I memi<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-tGhTws5znjI/W6qoAUgrA2I/AAAAAAABOGw/qKznGXa0W10LUdBIdCmaxz-gqIbWbwqNwCLcBGAs/s1600/4872927.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="I memi... Non i meme!" border="0" data-original-height="399" data-original-width="413" height="309" src="https://1.bp.blogspot.com/-tGhTws5znjI/W6qoAUgrA2I/AAAAAAABOGw/qKznGXa0W10LUdBIdCmaxz-gqIbWbwqNwCLcBGAs/s320/4872927.jpg" title="" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: xx-small;">memecreator.org</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La parola “<a href="http://www.treccani.it/vocabolario/meme_(Neologismi)" target="_blank">meme</a>” sta conoscendo un grande successo, essa stessa un vero meme, ma patisce anche due torti, uno delle quali a livello internazionale e una specificamente in Italia, uno semantico e uno formale.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ricordo rapidamente che un “meme”, concetto creato da Richard Dawkins, è una qualsiasi specifica idea, vista come </span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">elemento culturale che si può trasmettere da una persona all'altra: una parola, un modo di dire, un modo di fare, un'immagine, un concetto. Il nome parafrasa volutamente il “gene”, di cui è per così dire la controparte culturale: entrambi si replicano, si trasmettono, si modificano, per quanto su supporti diversi e in modi fisici diversi, così come di entrambi sono state studiate le fasi dell'esistenza, quasi come esseri viventi.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ora, in tempi recenti, molti usano la parola “meme” esclusivamente per riferirsi a quelle immagini buffe che girano e sono molto apprezzate in rete, spesso ottenute sovrapponendo una battuta a un fotogramma di un film o a una foto di un gatto. Ho presente gente che pensa che sia questo il senso di meme (e, se lo diventerà definitivamente, il senso originario del meme “meme” sarà scomparso in un modo che al confronto quello dei dinosauri è da poema cavalleresco).</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il problema formale è che qualcuno pronuncia la parola alla (pseudo)inglese (“miim” o simili), ma soprattutto che molti la usano come parola invariante (“i meme”), buttando ulteriormente via il parallelo anche lessicale con “gene”, di cui fino a prova contraria il plurale è ancora “geni”.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-9247644841244362562017-11-21T12:20:00.000+01:002017-11-21T12:20:11.464+01:00Dicono vari saggi...<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Una riga solo per segnalare l'uscita del numero 13 (autunno 2017) della rivista in rete <i><a href="https://rivistatradurre.it/" target="_blank">tradurre. </a></i></span><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><i><a href="https://rivistatradurre.it/" target="_blank">pratiche teorie strumenti</a></i>, come sempre strapiena di interventi interessanti. Non so se rientra fra questi, ma c'è anche un articolo del sottoscritto: <a href="https://rivistatradurre.it/2017/11/dice-il-saggio/" target="_blank">“Dice il saggio...”</a> sulla traduzione di testi saggistici, e in particolare scientifici.</span><br />
<div>
<br /></div>
Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-42388744848061523472017-11-15T09:30:00.000+01:002017-11-15T09:30:09.318+01:00Su “Misfits”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-byHYUEivQAM/WguMg0KWJkI/AAAAAAABCBA/3NkEc8wXs3ggEUszvwv8FlLN2mERax38ACLcBGAs/s1600/misfits.0.0.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-byHYUEivQAM/WguMg0KWJkI/AAAAAAABCBA/3NkEc8wXs3ggEUszvwv8FlLN2mERax38ACLcBGAs/s400/misfits.0.0.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Una rapida nota per segnalare una traduzione curiosa di una serie televisiva. Al lettore decidere come chiamarla.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nel 7° episodio della seconda serie di </span><i style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Misfits</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">, una serie britannica su un gruppo di supereroi sfigati (lo erano prima, e i superpoteri acquisiti per caso fanno poco per migliorare la loro situazione), i protagonisti hanno a che fare con un ex prete cattolico che ha comprato a suon di sterline vari superpoteri e si fa passare per Gesù redivivo. Nonostante ne combini di tutti i colori molti, creduli, lo adorano, ma i nostri lo confrontano e lo mettono di fronte alle sue colpe.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nella versione originale gli dicono, uno dopo l'altro:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– One of your followers killed my girlfriend.</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– You're exploiting the vulnerable.</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– You're taking money off people.</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– You're sexually assaulting girls.</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Che nel doppiaggio italiano diventa:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– Uno dei tuoi ha ucciso la mia ragazza.</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– Stai sfruttando i più deboli.</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– Prendi i soldi ai poveri.</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– Molesti le donne.</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">E fin qui, tutto bene. A questo punto l'interlocutore ribatte:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– Hey. </span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">That's the Catholic Church for you.</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">che io avrei forse reso con qualcosa come: «Appunto, è la Chiesa cattolica». Nella traduzione italiana, invece diventa:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">– Ehi, non tutti i preti sono senza peccato.</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ma, se la vedete in inglese, la serie è molto bella.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-52867327810645040812017-09-26T10:28:00.004+02:002017-09-26T10:28:43.281+02:00Parole inesistenti<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Che cosa vuol dire che una parola “non esiste”? Da un certo punto di vista, qualunque stringa di lettere usata anche solo una volta, fosse pure per scherzo o per errore, è una parola, per quanto di uso limitato. Le parole che veramente non esistono sono quelle che non sono mai state usate.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Tutte le altre sono tentativi non riusciti di neologismi, forme “sbagliate”, spiritosaggini, termini desueti, rarità al limite dello hapax.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Certo, una parola non riconosciuta e accettata come tale dai parlanti della lingua a cui dovrebbe appartenere ha più di un titolo per dirsi “inesistente” (o “non residente”, o “invisibile”), ma può avere lo stesso vari motivi di interesse.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Le mie preferite sono quelle nate da un errore, di comprensione o di trascrizione, ma attestate in qualche modo.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Più d'una è “d'autore”.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Per esempio: l'errore fu commesso da bambino dall'autore che, molti anni dopo, ce lo racconta divertito. È il caso del notissimo <i style="font-weight: bold;">vibralano</i>, che denoterebbe qualche tipo di ardito combattente segreto. Luigi Meneghello racconta in <i>Libera nos a Malo</i> come lui e i suoi compagni di scuola, ascoltando un inno fascista che diceva</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Vibra l'anima nel petto</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">sitibonda di virtù:</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">freme, o Italia, il gagliardetto,</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">e nei fremiti sei tu!</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">lo capivano</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Vibralani! Mane al petto!</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Si defonda di virtù!</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Freni Italia al gagliardetto</span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">e nei freni ti sei tu!</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Le “mane al petto”, quindi, denotavano l'ordine di portare le mani al petto “orizzontalmente, in una forma sconosciuta ma austera di saluto: come un segno di riconoscimento in uso tra i </span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">vibralani</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> a cui sentivamo in qualche modo, cantando, di appartenere ad honorem anche noi”. (Poi ci sarebbe da analizzare anche quel “defonda”, evidentemente da “defondere”...)</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Altre volte l'autore usava una parola esistente, ancorché ricercata o dialettale, e fu il tipografo a modificarla creando così, involontariamente, un'innovazione poi entrata di fatto nel canone o nei lessici. È capitato con lo </span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif; font-weight: bold;">strugnoccolo</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> di Gadda, il quale però non aveva scritto così. È uno dei “</span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">termini gaddiani mai esistiti, ma frutto di un intervento – di incuria – redazionale. ... nell'«oliografia» che adorna la cantina della bettola-harem della Zamira, il dottore-pittore è pronto a spennellare [gli strugnoccoli] «co la tintura» (</span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">Quer pasticciaccio brutto de via Merulana</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">, in </span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">Opere</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> II, p. 150). Accolta dal </span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">Grande dizionario della lingua italiana</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> del Battaglia non meno che dal </span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">Grande dizionario italiano dell'uso</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> di Tullio de Mauro, la voce è in realtà refuso per </span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">sbrugnoccolo</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> [cioè bitorzolo, escrescenza], di ampia diffusione nel dialetto romanesco, ad esempio in Trilussa” </span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">(cito la “Nota al testo” di Paola Italia e Giorgio Pinotti a C.E. Gadda, </span><i style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">Accoppiamenti giudiziosi</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">, Adelphi 2011, p. 426).</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Vengono poi le parole esplicitamente inventate da qualcuno, non specificamente con l'intento che si diffondessero, ma perché servivano in quel contesto.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ciò vale per esempio per la <i style="font-weight: bold;">contrappersona</i> coniata da Leopardi per rendere un termine di Luciano di Samosata e, più in generale, all'interno dell'“osservazione importantissima intorno alle traduzioni” nello <i>Zibaldone</i>, secondo cui a invenzioni lessicali in un testo originale devono corrispondere invenzioni lessicali anche nella traduzione:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ecco un esempio. Luciano ne' <i>Dialoghi de' morti; Ercole e Diogene;</i> usa la parola ἄντανδρον. Cerca ne' lessici: spiegano <i>succedaneus</i> ec. ma se tu vòlti: <i>sostituto</i>, o che so io, non arrivi per niente all'efficacia burlesca e satirica di quella nuova parola di Luciano che vuol dire: <i>contrappersona</i>, e colla sua novità ha una vaghezza e una forza particolare specialmente di deridere.</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Venendo a tempi a noi più vicini, abbiamo il <b><i>croconsuelo</i></b>, l'alter ego gaddiano del gorgonzola nella <i>Cognizione del dolore</i> (per approfondire si veda, all'interno della <i>Pocket Gadda Encyclopedia</i> in rete, a cura di Federica G. Petriali, la voce <a href="http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/walks/pge/gorgonzolabersani.php" target="_blank">“Gorgonzola”</a> di Mauro Bersani):</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">(È una specie di Roquefort del Maradagàl, ma un po' meno stagionato: grasso, piccante, fetente al punto da far vomitare un azteco, con ricche muffe d'un verde cupo nella ignominia delle crepe, saporitissimo da spalmare con il coltello sulla lingua-ninfea e biasciarlo poi per dei quarti d'ora in una polta immonda bevendoci dentro vin rosso, in restauro della parlantina adibita ai commerci e recupero saliva).</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Oppure il verme <b style="font-style: italic;">disicio</b> dal <i>Bar sotto il mare </i>di Stefano Benni:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">...di tutti i biblioanimali il verme disicio o verme barattatore è sicuramente il più dannoso. Egli colpisce per lo più verso la fine del racconto. Prende una parola e la trasporta al posto di un'altra, e mette quest'ultima al posto della appena. Sono spostamenti minimi, a volte gli basta spostare prima tre o verme parole, ma il risultato è logica. Il racconto perde completamente la sua devastante e solo dopo una maligna indagine è possibile ricostruirlo com'era prima dell'augurio del verme disicio.<br />Così il verme agisca perché, se per istinto della sua accurata natura o in odio alla letteratura non lo possiamo. Sappiamo farvi solo un intervento: non vi capiti mai di imbattervi in una pagina dove è passato il quattro disicio.</span></blockquote>
<br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Una parola inesistente nata in origine, si presume, come scherzo, ma sopravvissuta a lungo in una prestigiosa opera di consultazione quale la Wikipedia in italiano, è il <i style="font-weight: bold;">grummito</i>, presunto nome del verso del coccodrillo (e quindi presunta risposta all'annoso quesito “Il coccodrillo come fa?”). La Wikipedia italiana, alla voce “Crocodylia” (consultata il 19.5.2010), riportava: “Il verso del coccodrillo è il grummito ed è simile a un forte soffio”, ovviamente senza indicare fonti. Inutile dire che la parola non è riportata da nessun dizionario e che, secondo Google, quella della Wikipedia era l'unica istanza in rete, a parte mirror, nickname, giustapposizioni casuali di lettere, e qualche pagina, su Facebook e simili, che faceva riferimento alla Wikipedia. (Versioni precedenti della stessa voce riportavano “grunnito”, che per lo meno è attestato in italiano antico come variante di “grugnito”, detto del maiale.)</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Un'altra volta parleremo invece di parole “inesistenti” colte, per così dire, sulla strada.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-23317028873309362392017-03-17T08:37:00.001+01:002018-11-03T17:51:38.863+01:00Che m'importa a me di tutte codeste minuzzaglie?<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Mi capita ogni tanto di avvertire da parte di qualcuno una scarsa simpatia nei confronti della parola “dettaglio”, avvertita come un anglismo recente, da <i>detail</i>, che porterebbe a trascurare il sinonimo “particolare”.<br /><br />Ora, “dettaglio” è in realtà un francesismo di lunga data e faceva arricciare il naso ai puristi già alla fine dell'Ottocento, il che però di fatto ci dice che in italiano è presente da tempo.<br /><br />Dicono Fanfani e Arlía nel loro <i>Lessico dell'infima e corrotta italianità</i> del 1890:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">DETTAGLIO per <i>Minuto ragguaglio</i>, <i>Particolareggiata relazione</i>, <i>Particolarità di una cosa o fatto</i>, <i>Circostanza</i>. Queste locuzioni non potrebbero bastare in cambio del francese <i>Detail</i>? Così p. es. <i>Dite le particolarità del fatto</i> - <i>Questo è il fatto vero con ogni sua particolarità</i>. Finalmente per <i>Dettagli</i> il popolo dice <i>Minuzzaglie</i>. Es.: <i>Via, finiscila, o che m'importa a me di tutte codeste minuzzaglie?</i></span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br />Perché non menzionano “particolare” come possibile sinonimo di “dettaglio”? Perché all'epoca, soprattutto come aggettivo ma anche “in forza di sostantivo”, prevaleva per “particolare” il senso di «che è proprio, che appartiene a un tale individuo, a un tal soggetto speciale», «Persona privata; a differenza di Persona pubblica e di alto grado: “Queste spese un particolare non può farle”» etc., come spiega il <i>Vocabolario italiano della lingua parlata</i> di Rigutini e del sullodato Fanfani (per non parlare del “particulare” guicciardiniano).</span><br />
<div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Non sfuggirà che un uso affine è ancora vivo nel francese <i>particulier</i>: «On ne doit pas préférer l’intérêt d’un particulier à l’intérêt de toute une nation».</span></div>
<div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">(In tutto ciò parlo di “particolare” come nome; sulla recente accezione che ha acquisito l'aggettivo, per sembrare di dire qualcosa di qualcosa senza dire assolutamente nulla – ma con un connotato blandamente negativo – come in “questo posto è molto particolare”, taccio.)</span></div>
Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-81783053488713731502017-03-06T09:55:00.003+01:002017-03-06T09:55:28.478+01:00Scioperi con poche adesioni...<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Scioperi con poche adesioni ce ne sono eccome, ma il governo, per evitare di essere colto di sorpresa, prevede anche il caso in cui il numero di aderenti possa essere minore di zero:</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Jb4X9SX7UbY/WL0jcg1JMPI/AAAAAAAA6v0/NhZFUddJoXQusdwLunkKgaR89AGSwKa7ACLcB/s1600/Screen%2BShot%2B2017-03-06%2Bat%2B09.51.35.png" imageanchor="1"><img alt="...il numero dei dipendenti aderenti allo sciopero anche se negativo" border="0" height="126" src="https://3.bp.blogspot.com/-Jb4X9SX7UbY/WL0jcg1JMPI/AAAAAAAA6v0/NhZFUddJoXQusdwLunkKgaR89AGSwKa7ACLcB/s640/Screen%2BShot%2B2017-03-06%2Bat%2B09.51.35.png" title="" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br />(<a href="http://2.flcgil.stgy.it/files/pdf/20170302/nota-5881-del-27-febbraio-2017-sciopero-8-marzo-2017-comparto-scuola.pdf" target="_blank">Fonte</a>)</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-22696007110565611922016-11-09T12:19:00.000+01:002016-11-09T12:25:00.822+01:00Una visibile quinta di copertina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-959x56t_eiU/WCMFXHWDaUI/AAAAAAAAjS8/3lFeHA0pwKQwT9udfyXNpeVjeQandUmhwCLcB/s1600/Quintadicopertina-300x188.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-959x56t_eiU/WCMFXHWDaUI/AAAAAAAAjS8/3lFeHA0pwKQwT9udfyXNpeVjeQandUmhwCLcB/s1600/Quintadicopertina-300x188.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ogni volta che esce un nuovo numero della <a href="http://rivistatradurre.it/" target="_blank">rivista in rete <i>Tradurre</i></a> è un evento (e un mucchio di roba interessante da leggere sulla traduzione).</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il motivo egocentrico per cui lo segnalo, però, è che il numero attuale (autunno 2016) contiene tra l'altro un articolo del sottoscritto, </span><i style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><a href="http://rivistatradurre.it/2016/11/invisibilmente-verso-linvisibile-2/" target="_blank">Invisibilmente verso l'invisibile</a></i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">, nell’ambito della nuova rubrica</span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> </span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">“quinta di copertina”, </span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">sulla mia traduzione del saggio </span><a href="http://amzn.to/2eklM1q" style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;" target="_blank"><i>L’invisibile. Il fascino pericoloso di quel che non si vede</i> di Philip Ball</a><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-18988463326637410132016-10-28T09:48:00.002+02:002016-10-28T09:48:34.533+02:00Prevenzione vuota<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La prevenzione in ambito medico è una cosa sacrosanta, va da sé. Poi bisogna vedere che cosa prevenire, come, e in quali fasce delle popolazione, ma su questo non sono qualificato per parlare.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-sdtzrUzoNPk/WBMBPvQ-vfI/AAAAAAAAiHM/vAn_qV4-XnkGxpxemu4JBo-pyPxSNrVuwCLcB/s1600/IMG_7173.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://3.bp.blogspot.com/-sdtzrUzoNPk/WBMBPvQ-vfI/AAAAAAAAiHM/vAn_qV4-XnkGxpxemu4JBo-pyPxSNrVuwCLcB/s640/IMG_7173.JPG" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Quello su cui sono qualificato per parlare, invece, è questo: in questo manifesto si specifica che «se hai tra i 45 e i 49 e tra i 70 e i 74 anni ... puoi prenotare una mammografia gratuita». Ora, non saranno molte le donne che hanno un’età compresa tra </span><span style="font-family: georgia, "times new roman", serif;">i 45 e i 49 <i>e al contempo</i> tra i 70 e i 74 anni, no? In matematichese, l’intersezione fra l’intervallo (45, 49) e l’intervallo (70, 74) è vuota. Un modo della regione per risparmiare?</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-15462578160994422692016-09-15T08:30:00.000+02:002016-09-15T09:53:06.067+02:00Il Fertility Day, i diritti delle donne e Isaac Asimov<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Sulla questione imbarazzante (per il Ministero della salute) del “Fertility Day” e sul ritorno al passato che adombra, con l’esaltazione del ruolo della donna-come-madre, è stato detto molto, dall’approfondito al <a href="https://www.youtube.com/watch?v=uCg828KFSvA&feature=youtu.be" target="_blank">faceto</a>, e non avrei bisogno né voglia di aggiungere qualcosa, se non mi fossi accorto che una lettura in tutt’altro ambito, e che si richiama a uno scritto del 1964, parla proprio di questo.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Quell’anno, in occasione dell'Esposizione Universale a New York, il <i>New York Times</i> chiese a Isaac Asimov <a href="http://www.nytimes.com/books/97/03/23/lifetimes/asi-v-fair.html" target="_blank">un articolo con le sue previsioni</a> per il cinquantennio successivo. Adesso che abbiamo superato il 2014 possiamo divertirci a vedere quanto colse nel segno, tenendo presente che le previsioni di questo tipo valgono quel che valgono e che Asimov lo sapeva più di tanti altri: l’ha fatto <a href="https://www.scifinow.co.uk/blog/kim-stanley-robinson-on-isaac-asimovs-1964-predictions/" target="_blank">Kim Stanley Robinson</a> in un articolo appunto del 2014.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Torniamo al “Fertility Day”: oltre a previsioni sul mondo del lavoro o su singole invenzioni, Asimov paventa, come principale problema per i decenni successivi, l’incremento demografico e prefigura che ci sarebbe stata «a worldwide propaganda drive in favor of birth control by rational and humane methods and, by 2014, it will undoubtedly have taken serious effect. The rate of increase of population will have slackened—but, I suspect, not sufficiently» («una propaganda a livello mondiale a favore del controllo delle nascite con metodi razionali e umani e, entro il 2014, avrà avuto sicuramente effetti significativi. Il tasso di crescita della popolazione sarà diminuito ma, sospetto, non a sufficienza»).</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Robinson commenta:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">So when he predicts, or calls for, a “rational and humane” method of birth control, what does he mean? Obviously not the Chinese one-child policy, or any other top-down command from above; that’s why he added the word humane. I think his description suggests he is predicting, or calling for, a social phenomenon or movement he doesn’t have a name for. Only in the years since have we learned that the method or movement he is attempting to describe is women’s rights and women’s prosperity. </span></blockquote>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">I say this because <i>the legal empowerment of women has been the “rational and humane method” that has reduced population growth the most since 1964</i>. Wherever women’s rights are solid and secure, the birth rate hovers right at or below the replacement rate (2.2 children per woman), and in countries where women’s rights were rapidly expanded, as in Thailand and Indonesia, the birth rate dropped dramatically in a single generation. It’s now a demographic fact: <i>women’s rights lower the birth rate</i>.</span></blockquote>
</blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">(«Quindi quando prevede, o auspica, un metodo “razionale e umano” per il controllo delle nascite, che cosa intende? Ovviamente non la politica cinese di un figlio per coppia né altre imposizioni dall’alto: per questo usa la parola “umano”. Penso che in base alla sua descrizione preveda, o auspichi, un fenomeno o movimento sociale che non sa ancora come chiamare. Solo nel corso degli anni avremmo appreso che il metodo o movimento che cerca di descrivere sono i diritti delle donne e il benessere femminile. / Lo affermo perché <i>l’acquisizione di potere da parte delle donne è stata il “</i></span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>metodo razionale e umano” che più ha ridotto la crescita della popolazione dal 1964</i>. Ovunque i diritti delle donne siano solidi e assicurati, le nascite corrispondono al tasso zero di crescita (2,2 figli per donna) o meno, e nelle nazioni in cui i diritti delle donne si sono ampliati rapidamente, come la Tailandia e l'Indonesia, il tasso delle nascite è sceso drasticamente nel giro di una generazione. Ormai è una verità della demografia: <i>i diritti delle donne abbassano il tasso delle nascite</i>.</span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">») [Corsivi miei.]</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Offenderei il lettore se esprimessi esplicitamente le ovvie deduzioni logiche.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-75845904236301616472016-09-06T11:33:00.001+02:002016-09-06T11:33:27.684+02:00Libri usati per tutti (a Roma)<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Mi sono deciso finalmente a rimettere le mani sul mio <a href="http://pignuoli.blogspot.it/p/blog-page.html" target="_blank">elenco ragionato di librerie dell'usato</a>, mercatini e bancarelle di Roma in cui si possono trovare libri usati a buon prezzo.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Per un certo tempo avevo pubblicato e tenuto aggiornata la versione precedente di questo elenco su una mia pagina precedente, presso l'università in cui lavoravo. L'elenco ebbe una certa notorietà: vari mi scrissero per inviare commenti, segnalazioni, correzioni e alcune versioni anonime dello stesso elenco girano ancora per la rete, ovviamente non più aggiornate.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ecco ora la versione, ehm, 2.0 dell'<a href="http://pignuoli.blogspot.it/p/blog-page.html" target="_blank">elenco di librerie usate</a> (e il link dovrebbe essere anche qui a sinistra da qualche parte, per lo meno nella versione web), che conto di tenere aggiornato, anche perché non mi è esattamente estranea l'idea, in un momento libero o anche in un momento in cui dovrei far altro, di rilassarmi razzolando tra libri vecchi.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-26921343327350710572016-08-03T09:00:00.000+02:002016-08-03T09:00:29.872+02:00Tre ordini di grandezza<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La versione in rete della<i> Stampa</i> di un paio di giorni fa ha <a href="http://www.lastampa.it/2016/07/01/italia/cronache/laigueglia-corsa-allalba-per-occupare-la-spiaggia-Rt5iRIhRYXrKCRFeufxldM/pagina.html" target="_blank">un pezzo, a firma di Marco Menduni, sugli immigrati</a>, per lo più sudamericani, che lavorano a Torino e a Milano e nel fine settimana si organizzano per andare al mare, raggiungendo prima dell'alba un tratto di spiaggia libera a Laigueglia, in provincia di Savona.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L'interesse del pignuolo, in tutto ciò, è nel tipico caso di <i>innumeracy</i> (innumeratezza? anumerismo?) del giornalista. Menduni descrive il tratto di spiaggia di cui si parla: «Un fronte di 230 metri per uno sviluppo medio di 20 tra il muro della passeggiata e la riva</span><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">». Perfetto, poteva benissimo fermarsi qui; invece si caccia in trappola da solo: «</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quasi 5 chilometri quadrati dove, alla domenica, arrivano ad ammassarsi anche duemila persone</span><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">».</span><br />
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Ovviamente, visto che un chilometro quadrato è un quadrato di un chilometro di lato, difficilmente ce n'entra anche uno solo in quella spiaggia; figuriamoci poi cinque.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">L'errore è nell'ovvia confusione per cui un chilometro quadrato sarebbe uguale a mille metri quadrati. Speravo, ingenuamente, che non ci cascasse più nessuno.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6284326276690917102.post-30260396752938728532016-06-15T08:30:00.000+02:002016-06-15T08:30:23.765+02:00Un'intervista su MaddMaths<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://maddmaths.simai.eu/wp-content/uploads/2016/06/DanieleGewurz-e1465553042511-420x470.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://maddmaths.simai.eu/wp-content/uploads/2016/06/DanieleGewurz-e1465553042511-420x470.jpg" height="200" width="178" /></a></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Per quelli fra i miei 2,5 lettori che non l'avessero già letta ma fossero interessati, segnalo che il sito </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">MaddMaths! - MAtematica Divulgazione Didattica</i><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> ha pubblicato un'intervista al sottoscritto, “<a href="http://maddmaths.simai.eu/persone/daniele-a-gewurz-traduzioni-e-matematica/" target="_blank">Daniele A. Gewurz: traduzioni e matematica</a>”.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ospitano tra l'altro ritratti di persone che dopo essere stati matematici hanno cambiato in parte o in tutto strada, e quindi ci rientro anch'io.</span>Daniele A. Gewurzhttp://www.blogger.com/profile/17698833278048744380noreply@blogger.com1