Premialità non è esattamente una bella parola (la scelta del lessico ha anche criteri estetici, sì) e non è neppure indispensabile. Ma il contesto in cui viene usata qui è così delirante che la parola è il meno.
L’AMA, l’azienda della nettezza urbana di Roma, annuncia varie innovazioni su come si svolgerà nei prossimi anni la raccolta differenziata in città. Una delle novità è che
Il nuovo sistema di raccolta differenziata prevede l’implementazione di un sistema di premialità per i cittadini più virtuosi. ... verranno posizionati cassonetti a chiusura ermetica per i rifiuti organici e per quelli indifferenziati. Sarà possibile conferire i rifiuti in questi contenitori solo con un badge familiare. In tal modo, ogni volta che si getteranno gli scarti alimentari si otterranno dei punti. Viceversa, si perderanno quando si utilizzerà il cassonetto per l’indifferenziato.
Ma che, davvero? Si utilizza un rinforzo negativo per un’azione inevitabile? (Molti materiali semplicemente non sono riciclabili.) Non c'è bisogno di essere teorici del nudge, della “spinta gentile”, per capire che così ci si limita a spingere gentilmente la gente a buttare tutto nel cassonetto degli scarti alimentari. E se invece ci si fida del senso civico dei residenti (o dei controlli occhiuti a opera di ninja nascosti nei bidoni) non serve un badge per ogni famiglia e un lettore di badge per ogni cassonetto, che presumibilmente hanno un certo costo.