giovedì 18 dicembre 2008

Avanti e indietro nel fiume di Hollywood

...i bambini se impressiona: ma che è? una mùmma?
io sempre zitto dentro alla scatola,
ma sono vivo!
Lo stesso nun se pò dì der custode Arvaro!

"La mùmma", da Il libro de Kipli di Corrado Guzzanti


Il film Il Re Scorpione 2 - Il destino di un guerriero (in originale The Scorpion King 2: Rise of a Warrior) narra la giovinezza del protagonista del Re Scorpione, che a sua volta si svolge millenni prima di La mummia - Il ritorno (The Mummy Returns), riprendendone un personaggio secondario. Come si può intuire, quest'ultimo film è il seguito di La mummia del 1999 che è ovviamente un remake di La mummia del 1932 (che ebbe a sua volta vari altri remake e seguiti).

Quindi, in definitiva, Il Re Scorpione 2 è il prequel del prequel del sequel di un remake.

martedì 16 dicembre 2008

Telecamere d'epoca

Per chi non lo conoscesse (e anche per chi già lo conosce!), il sito della "Europa Film Treasures" è veramente ricco di tesori: film d'epoca messi a disposizione liberamente da varie cineteche europee.

Dov'è l'interesse pignuolo in tutto ciò? Ovviamente nell'interesse artistico e tecnico di questi filmati, ma a voler cercare il pelo nell'uovo, forse i curatori della versione italiana della pagina avrebbero potuto mettere più in evidenza il singolarissimo anacronismo testimoniato da uno dei cortometraggi:

sabato 6 dicembre 2008

Sintassi corriva

La pagina delle lettere della" Stampa" di oggi ospita una puntualizzazione da parte di una persona che, coinvolta in una certa inchiesta, si dichiara estranea ai fatti di cui si parla e protesta per come la sua posizione è stata descritta dal giornale.

La lettera termina con una frase che, a prima vista, potrebbe parere quasi minacciosa:
In conclusione non posso tacere che la pubblicazione di notizie corrive, destituite di fondamento e lesive della mia reputazione non mancheranno di ricevere una adeguata tutela.

Ma rileggendola, pur nell'incertezza se "non mancheranno" abbia come soggetto la pubblicazione o le notizie, sono soddisfatto nel concludere che si sta esaltando l'importanza di tutelare la libertà di stampa, persino quando è un po' avventata nel diffondere le notizie!

giovedì 4 dicembre 2008

Ma anche "Il conte Max" non scherza


Il già menzionato "Giardino delle bizzarrie", oltre a varie altre amenità di "atletica verbale", riporta anche i due più lunghi titoli italiani di film nei quali non sia ripetuta alcuna lettera. Si tratta, a pari merito, di Devilman Story e di Il grande scout, entrambi di 13 lettere.

Il secondo dei due titoli era già noto all'Accademia, e si racconta anzi al proposito che un accademico, alla ricerca di un titolo eteroletterale più lungo di quelli noti fino ad allora agli accademici, abbia cominciato a lambiccarsi il cervello e a notare come Il grande... fosse un inizio promettente. Considerando le lettere rimanenti, e in particolare il fatto che tra le vocali rimanevano disponibili solo la "o" e la "u", pensò a quanto sarebbe stato bello se fosse esistito un film intitolato Il grande scout, ma il Mereghetti non dava corpo a questa speranza. Fu un altro accademico, armato di Morandini, ad attestare che il film sperato esisteva eccome, e a paragonare la "scoperta" del primo alle imprese di Mendeleiev che previde l'esistenza di elementi chimici allora ignoti semplicemente sulla base di che cosa doveva esistere in base alla tavola periodica.

Per la cronaca, Devilman Story è uno sgangherato film d'azione italiano del 1967 incentrato sulle gesta del supercattivo del titolo ("un pazzo che fa esperimenti folli sul cervello umano", come spiega Marco Giusti), diretto da Paolo Bianchini con il nome d'arte di Paul Maxwell e interpretato da vari altri italiani con pseudonimi americaneggianti. Il grande scout ha come titolo originale The Great Scout & Cathouse Thursday ed è un western non particolarmente riuscito del 1976 diretto Don Taylor, con Lee Marvin e Oliver Reed.

giovedì 27 novembre 2008

La Wertmüller è una dilettante III


Si era parlato in precedenza di film dai titoli particolarmente lunghi, qui e qui.
Apprendo ora dal "Giardino delle bizzarrie" (che si trova all'interno di parliamofirenze, sede virtuale dell'associazione culturale Paroliamo e Contiamo Firenze, che si dedica a giochi di parole e a varie imprese di "atletica verbale") che ci sono altri titoli italiani ancora più lunghi, fra i quali primeggia Riuscirà l'avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo nemico il pretore Ciccio De Ingras? e non sfigura Film d'amore e d'anarchia ovvero: stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza...
Quindi in questo momento la classifica è:
  1. Riuscirà l'avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo nemico il pretore Ciccio De Ingras?, con un titolo di 85 lettere (e 101 caratteri compresi spazî e punteggiatura) - Il film, del 1971, fu diretto da Mino Guerrini, ed è per Mereghetti, che gli assegna due stelline in una scala da una a quattro, "una commedia povera di mezzi ... ma con qualche spunto interessante"; Franco Benenato è il vero nome di Franco Franchi. (Per la grafia dei titoli, che differisce nelle varie fonti soprattutto per quanto riguarda la punteggiatura, mi attengo quando possibile al Mereghetti.)

  2. Film d'amore e d'anarchia ovvero: stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..., con 80 lettere e 102 caratteri - Ovviamente è della Wertmüller (1973), che quindi tutto sommato non è poi così tanto dilettante, con Giannini e la Melato. Due stelline mereghettiane, anch'esso.

  3. Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo con le brache in mano, riuscì a conservarselo sano, con 77 lettere e 93 caratteri - Come già ricordato, il film è del 1973, di Silvio Amadio; non c'è sul Mereghetti, mentre Marco Giusti ricorda che in Francia uscì col titolo, laconico al confronto, Comment faire cocus le maris jaloux.

  4. Nonostante le apparenze e purché la Nazione non lo sappia all'onorevole piacciono le donne (così Mereghetti, che lo rubrica sotto il titolo più tardo All'onorevole piacciono le donne, mentre per Giusti è All'onorevole piacciono le donne nonostante le apparenze e purché la nazione non lo sappia), con 76 lettere e 90 caratteri - Di Lucio Fulci, del 1972; "gli italiani accorsero per vedere la Antonelli suora con le tette di fuori" (P.M., una stellina e mezza) e forse anche un po' perché fu proibito, tagliato e poi permesso.

  5. Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova, si sospettano moventi politici, con 71 lettere e 86 caratteri - Di nuovo della Wertmüller, del 1978, una stellina singola.


È corretta questa classifica, per quanto riguarda le prime cinque posizioni? Dimentichiamo qualcosa? E qual è il film dal titolo più lungo tra quelli non prodotti negli anni Settanta?

mercoledì 26 novembre 2008

Gemelli a raffica

"There still aren't many of them compared to us,
but the number has been increasing . . .
exponentially? . . . is that the word I want?"
"I hope not," Pearson said. "It's a scary word."
"The Ten O'Clock People" di Stephen King


L'uso della locuzione "crescita esponenziale" crea problemi a molti: sembra che tutti siano sicuri che si riferisca semplicemente a qualcosa che cresce "molto" (l'anno scorso c'erano mille disoccupati, quest'anno duemila: sono cresciuti esponenzialmente!). E quindi si trovano frasi del tipo: "Cresce esponenzialmente la famiglia Pearson di Londra" (Metro, ed. di Roma, 19 nov. 2008, pag. 4 - il link è a un ingombrante file .pdf), salvo poi scoprire che tre anni fa i Pearson hanno avuto due gemelli, e quest'anno altri due.
Ora, non è un mistero gelosamente custodito che una grandezza cresce esponenzialmente se la velocità a cui cresce è proporzionale al suo valore. Quindi se i Pearson, che inizialmente erano in due, un certo anno hanno avuto due gemelli, l'anno dopo avrebbero dovuto averne quattro, e l'anno ancora successivo otto.
Non mi pare che sia andata così, e facessero anche dieci figli all'anno, la crescita della famiglia non sarà esponenziale. (Certo, se sono immortali e continuano a riprodursi a un ritmo costante, e tra qualche anno anche i figli cominciano ad avere figli allo stesso ritmo e così via, allora la famiglia riuscirà a ingranare una crescita esponenziale. È questo che ha previsto l'anonimo estensore del trafiletto?)

Ah, "Gemelli a raffica" è effettivamente il titolo del trafiletto di cui si parla.

giovedì 20 novembre 2008

Dimostrazioni e confutazioni

Devo l'idea di questo post a Paolo Gangemi, illustre accademico. I miei 2,5 lettori avranno presente l'abuso giornalistico e politico del termine "teorema" che, capovolgendo il suo significato reale di "affermazione dimostrata (a partire da altre affermazioni note e, in ultima analisi, dagli assiomi)", è spesso usato nel senso di "insieme di affermazioni arbitrarie e calunniose". Mi segnala Paolo:
L'inversione del termine "teorema" forse è troppo ovvia per figurare in un blog di pignuoli, però ti volevo segnalare, se non l'avessi visto, l'estremo che ha raggiunto l'altro giorno. Su Repubblica, un pm ha dichiarato: "Ma quale teorema, ci sono le prove!"
Però era il titolo di un articolo e io, conoscendo i giornalisti, non mi sono fidato e sono andato a leggere all'interno. Peggio che mai: il pm elencava una serie di fatti secondo lui assodati e concludeva: "Ditemi voi se questo vi sembra un teorema!".

lunedì 17 novembre 2008

Oibò, mi sono preso un meme

C'è un meme che gira, un po' come l'influenza, e me lo sono preso pure io, da qui, e si può cercare di risalire indietro.
Consiste in questo: nel prendere il libro più vicino (non il più bello, il più significativo, quello che si sta leggendo in quel momento, ma proprio il più vicino mentre si scrive), aprirlo a pagina 56 e copiare nel proprio blog - o nei commenti al blog che si sta leggendo, o dove si crede - la quinta frase.

Ed ecco qui:
Esiste perfino un'opzione dell'interprete Python in modalità a riga di comando (-t) che visualizza dei warning nel caso in cui venga impiegata un'indentazione mista.

Si tratta, come è facile intuire, di un manuale del linguaggio Python (Marco Beri, Python, edito dalla Apogeo). A parte un paio di anglismi di troppo, questa frase e lo spirito in generale del Python sono piuttosto consoni all'Accademia.
La sintassi del Python incoraggia e a tratti impone una pignoleria sintattica, trasformandola in semantica: cicli, definizioni di funzioni e simili devono essere segnalati facendo rientrare le righe che li descrivono, ed è solo la fine di questa rientranza che indica dove finisce il ciclo etc.
Così, per esempio, scrivere:






è diverso da scrivere:






Nel primo caso l'assegnazione "b = b+1" è interna al ciclo, e viene eseguita dieci volte; nel secondo caso, solo una, fuori dal ciclo.

giovedì 13 novembre 2008

Non ci sono più i truffatori di una volta

La cosiddetta truffa nigeriana, che è solo la nuova veste di una truffa vecchia come il mondo, in genere si presentava come una lettera da un misterioso uomo d'affari, avvocato, parente di ex-potentato che, dovendo trasferire un'ingente quantità di fondi di origine non del tutto limpida, chiede l'aiuto del destinatario della lettera, a cui spetterà una discreta percentuale. Ovviamente la truffa consiste nel fatto che ci sarà da anticipare qualcosa per ungere le ruote, per spese burocratiche etc., finché il truffatore sparisce nel nulla con i soldi del pollo.
Ora, il bello di queste truffe è che nei casi migliori il messaggio con cui si cercava di convincere il destinatario delineava una storia di intrighi tra Dumas e Mamet, in cui figuravano amanti di ex-dittatori e figli illegittimi di generali golpisti, e veniva voglia di mandare qualche soldo al truffatore già solo per la sua fantasia romanzesca.
Be', qualche Ministro delle Truffe deve aver deciso di tagliare i fondi destinati ai creatori di storie avvincenti, e ora arrivano comunicati prefatti, in cui evidentemente è necessario solo riempire gli spazi destinati al nome del mittente, al luogo dove si svolge la vicenda, alla cifra da promettere al pollo e così via, come questo:
From Precious,

I need your help to transfer the money my late father left for me in the bank Cote d' Ivoire (Abidjan in African) before he died.I want to invest the money and continue my study. the money is ($25M)how much will you take from the money as your commission of helping us.
Precious

- precious


(Precious???)

Per approfondire, si vedano il sito scamorama e il racconto The Spanish Prisoner, su alcune vittime della truffa appunto del "prigioniero spagnolo", la versione risalente alla fine dell'Ottocento della truffa nigeriana: lì il misterioso scrivente era un possidente delle Canarie, con una bellissima figlia (parte della posta promessa), imprigionato dalle autorità spagnole per le sue azioni non ineccepibili, che promette a chi lo aiuterà etc. etc.

martedì 11 novembre 2008

Quelle che sono le 10 locuzioni più fastidiose

Non sorprendentemente, soprattutto per chi segue un po' di liste di discussione e di siti di informazione in rete, anche l'inglese ha le sue parole e locuzioni che, già sgradevoli in partenza, lo diventano vieppiù per il fatto di essere usate di continuo: anche l'inglese ha i suoi "particolare", i suoi "piuttosto che", i suoi "XXX non solo", i suoi "è emergenza XXX" e così via.
La lista delle 10 espressioni più irritanti dell'inglese contemporaneo, secondo un gruppo di ricercatori di Oxford, sarebbe:

1 - At the end of the day
2 - Fairly unique
3 - I personally
4 - At this moment in time
5 - With all due respect
6 - Absolutely
7 - It's a nightmare
8 - Shouldn't of
9 - 24/7
10 - It's not rocket science

Più dettagli qui: Oxford Researchers List Top 10 Most Annoying Phrases

venerdì 31 ottobre 2008

La situazione internazionale è instabile

Sapevate che il Liechtenstein non ha mai riconosciuto la Repubblica Ceca e la Slovacchia e viceversa, a causa di contese territoriali che hanno avuto origine dopo la seconda guerra mondiale? Sapevatelo! Per maggiori lumi, si può vedere la voce List of unrecognized countries della Wikipedia e l'articolo sull'intricata struttura interna del Liechtenstein nel blog Strange Maps.

domenica 26 ottobre 2008

Il mestiere di riflettere


Per la seconda volta in pochi giorni, segnalo un libro alla cui nascita ho contribuito. Questa volta si tratta di un libro collettivo sulla traduzione, Il mestiere di riflettere, a cura di Chiara Manfrinato, edito dalla Azimut.

L'idea era che ognuno dei traduttori che sono stati invitati a partecipare partisse da uno dei libri che ha tradotto per sviluppare qualche considerazione sulla propria attività di traduzione: aneddoti, ricordi, trucchi del mestiere e così via, con molta libertà. Il mio modesto contributo, intitolato Contrabbandieri di libri, prende spunto dalla mia esperienza nel tradurre Il pozzo delle trame perdute di Jasper Fforde (vedi il post a suo tempo), in cui la protagonista si trova nella Grande Biblioteca che raduna tutti i libri scritti in inglese, e da una finestra vede le torri delle Biblioteche relative alle altre lingue; da lì ho ricamato un po' sul fatto che i traduttori contrabbandano libri dall'una all'altra di queste biblioteche, e così via.

Molti degli altri interventi, quale più narrativo, quale più "serioso", sono interessanti e divertenti da vari punti di vista. Dal punto di vista dei pignuoli, segnalo per esempio i problemi, e relative soluzioni, affrontati dai miei colleghi nel tradurre pangrammi e lipogrammi, o termini farmaceutici inventati, o quando ci si accorge che l'autore ha sbagliato e per far andare i suoi personaggi da Venezia a Chioggia li avvia verso sudest.

Un problema comune a chi traduce e lavora nell'editoria è già quello di far capire ai conoscenti che cosa fa nella vita, come la collega che in uno dei racconti del libro, spiegando a una compagna di palestra che fa la redattrice, si sente chiedere se le può dare una mano a decidere come riorganizzare i mobili. Dopodiché i malintesi peggiorano...

domenica 19 ottobre 2008

She good at language

Questa confezione fa bella mostra di sé nella vetrinetta di un chiosco all'interno di un piccolo parco di divertimenti a Roma: è uno dei premi per chi pesca in poco tempo molti cigni di plastica o qualcosa del genere. Molti dei premi sono giocattoli prodotti per lo più in Cina che, oltre a essere imitazioni più o meno evidenti di giochi o marchi famosi, esprimono le proprie virtù in un inglese che fa venire il buonumore.

In caso non si legga bene, il personaggio effigiato da questa bambola è così descritto:
A beautiful girl called Beatrice,
her bright, lively, cheerful, long hair,
white skin, slim figure, emblazoned dress,
she usually likes to dress themselves,
she good at languages,
sweet voice with a bright smile has
expressed her foot so happy,
mody happiness, her life full of laughter.
Fairy tales and fantasy,
in the eyes of others it is her fairy tales,
the princess!

E se non amate giocare con le bambole, potete sempre cimentarvi in una partita a scacchi, che è un exploited wisdom game...

sabato 18 ottobre 2008

C'è del marcio


A distanza di un anno mi faccio di nuovo pubblicità: è uscito il nuovo romanzo di Jasper Fforde, C'è del marcio (in originale Something Rotten), pubblicato dalla Marcos y Marcos e tradotto dal sottoscritto.

È una nuova avventura della detective letteraria - e molto altro - Thursday Next, come il romanzo e mezzo precedenti di Fforde che ho tradotto. Il titolo si riferisce, tra l'altro, ai problemi politici della Repubblica d'Inghilterra il cui dittatoriale cancelliere, per sviare l'opinione pubblica dalle proprie malefatte e dai problemi economici, imputa ai danesi le colpe di tutto, e dà avvio a una persecuzione di ogni cosa che abbia a che fare con la Danimarca (comprese le Volvo; ah, credevate che fossero svedesi? dev'essere l'ennesimo sinistro tentativo dei danesi di scaricare su altri le proprie colpe).

Ai pignuoli segnalo, come negli altri casi, i punti di più ardua traduzione, e quindi più soddisfacenti, nella resa dei giochi di parole o di altre acrobazie lessicali (come il pun sull'alligator che non è un tale che fa allegations, o le distinzioni tra ape e monkey) e l'agilissimo capitolo 13.
Bisogna inoltre essere, se non pignuoli, almeno abbastanza esperti di cultura popolare inglese per conoscere George Formby, nella vita vera buffo cantante e attore, che nel mondo parallelo di Fforde è anche il presidente della repubblica inglese, e uno dei pochi a contrastare il delirio di potere del cancelliere. Per farsi un'idea, eccolo qui a interpretare la canzone che nel mondo del libro è l’inno ufficioso d’Inghilterra, When I’m Cleaning Windows:

A tutti, pignuoli e no, auguro buona lettura e buon divertimento.

martedì 14 ottobre 2008

Poste italiane

Ammetto di non intendermene di filatelia. Quando devo mandare una lettera mi faccio dare dal tabaccaio il primo francobollo che capita che abbia il valore giusto, o magari la mando da un ufficio postale, dove consegno i soldi e la busta, loro fanno qualcosa e la lettera arriva.
Il risultato è che mi rendo conto delle nuove emissioni solo quando mi arriva una lettera su cui sono affisse. Quindi ho appreso solo qualche giorno fa che esiste un francobollo per i "Cento anni di Mondadori" (che quindi non dev'essere recentissimo).
La cosa che mi lascia perplesso è che... be', è facile immaginare varie possibili obiezioni, specie di questi tempi, ma mi limiterò a quelle grafiche, seppure da profano. Sapendo di un francobollo simile, mi sarei aspettato che raffigurasse un ritratto di Arnoldo Mondadori, una sede storica della casa editrice, qualche copertina di uno dei primi libri editi, o simili. Invece riporta il logo attuale della Mondadori con un "1", uno "0" e un altro "0": il logo che si trovava su molte loro pubblicazioni in occasione del centenario. Il risultato è che non sembra neppure un francobollo, ma un adesivo pubblicitario o qulcosa del genere.

martedì 7 ottobre 2008

Doppia affermazione?

Oggi mi è capitato di sentire per strada qualche battuta di un'animata discussione tra due donne; come età potevano essere una madre e una figlia. A quanto pare parlavano di qualche autorizzazione che dovevano o non dovevano dare. Fatto sta che una delle due insisteva ripetutamente: "Consenso-assenso! Qui vale il consenso-assenso!"
Io non me ne intendo particolarmente ma evidentemente, una volta che si è dato il "consenso-assenso", sarà difficile tirarsi indietro...

mercoledì 1 ottobre 2008

Zeitgeist

Mi è venuto in mente un pensiero, e come m'è venuto ve lo porgo: xkcd è il Douglas Coupland del Web 2.0.

lunedì 29 settembre 2008

;!

Cellule affini in ispirito all'Accademia de' Pignuoli nascono dappertutto, né l'antilingua potrà nulla per fermarle. La più recente è probabilmente quella nata all'interno di Facebook, Tre occhi in ogni editor: gruppo armato per la protezione del punto e virgola (credo che il link funzioni solo se si è registrati in Facebook, ahimè), tra i cui principî primeggia la difesa di un uso corretto e orgoglioso della punteggiatura!

sabato 20 settembre 2008

La Wertmüller è una dilettante II

Devo all'accademico Giovanni la segnalazione del fatto che l'elenco di film dai titoli più lunghi non è poi così completo. Tra i film italiani manca per lo meno Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo con le brache in mano, riuscì a conservarselo sano (1973, diretto da Silvio Amadio), su cui si possono trovare informazioni nel Dizionario dei film italiani stracult di Marco Giusti.

domenica 14 settembre 2008

E 'l chi e 'l quale

Giro ai pignuoli lessicali la segnalazione di un piccolo quiz di cui apprendo l'esistenza dalle "Notiziole" di .mau. (storico frequentatore e animatore di siti e liste di discussione su matematica, informatica e amenità linguistiche, tra l'altro): bisogna scrivere in cinque minuti il maggior numero possibile di parole comprese tra le 100 più diffuse in inglese. Attenzione: in alcuni casi forme flesse della stessa parola sono contate separatamente, come he e him.

Una curiosità: il primo sostantivo compare al 55° posto.

mercoledì 20 agosto 2008

Certo che c'è l'umlaut

Sia come matematico che come traduttore, ho a che fare con qualcuno che revisiona il mio testo. In genere le mie esperienze sono state positive. Non mi è capitato di avere particolarmente da ridire sulle modifiche proposte: in qualche caso mi sono chiesto perché il revisore pensasse che il suo intervento fosse una miglioria, in altri ho apprezzato io stesso la modifica. Comunque ne ho visto abbastanza per rendermi conto di quanto possa essere snervante per un vero scrittore, che per giunta tratta di argomenti seri e a tratti dolorosi, vedersi modificato arbitrariamente il testo:

If I wrote that people “retreated,” why would he suggest “withdrew”? If I chose “polite,” why nudge me with “proper”? And if I described someone at a reading having asked me a question “softly,” how could he come up with “hesitantly”? I had been there and the question wasn’t hesitant, it was soft–those aren’t the same things.

And not only that, he was wrong on one point after another. Our family had always avoided German products but I have come to enjoy Jakobs Krönung coffee. His note on that was that Google said there was no umlaut over the letter “o.” Well, I knew he was wrong, but I had a bag of those beans in my freezer and double-checked. Of course there’s an umlaut; that’s the German spelling. Had he bothered to click on one of his Google links he might have seen an actual photo of a bag of Krönung beans. Is this petty? Yes. And that’s what happens too often with copy editing–you find yourself in an argument over small points with a total stranger who you’ll never meet. It's a weird mix of intimacy, hostility, and distance.


Il resto di quello che scrive in proposito Lev Raphael si può leggere in "Stet! Stet! Stet!" (Apprendo in quest'occasione che "stet" è usato in inglese come in italiano si usa "vive", per indicare che una correzione indicata in una bozza dev'essere ignorata.)

giovedì 7 agosto 2008

La Wertmüller è una dilettante

Tante volte qualcuno si fosse chiesto quali sono i 226 film dal titolo più lungo, ecco qui la risposta (perché proprio 226? perché chi ha compilato la lista si è limitato ai titoli lunghi almeno 60 caratteri). Alcuni titoli non sono veramente interessanti, perché si riferiscono a filmati delle origini della cinematografia, con titoli puramente descrittivi, come Her Majesty the Queen Arriving at South Kensington on the Occasion of the Laying of the Foundation Stone of the Victoria & Albert Museum, del 1899.

Il titolo più lungo che non rientra in questa categoria, e secondo in assoluto, sembrerebbe il belga 1971, of zelfs al houdt Mosje Dajan zijne kak in en komt er voor 1971 genen oorlog, dan nog zal de Belgische film, dank zij de huidige situatie (om het kort te zeggen) er als volgt uitzien.

Il primo film italiano arriva al ventottesimo posto, e non è di Lina Wertmüller: si tratta di All'onorevole piacciono le donne (Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia) di Lucio Fulci. L.W. arriva solo in quarantaquattresima posizione, con Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova - si sospettano moventi politici.

Non mi posso esimere dal citare alcuni dei titoli che prediligo, come:

  • The Incredibly Strange Creatures Who Stopped Living and Became Mixed-Up Zombies, che è citato in The Golden Turkey Awards tra gli aspiranti al "Peggior titolo di tutti i tempi", ma il vincitore è Rat Fink a Boo Boo, una sorta di imitazione/parodia dei telefilm di Batman
  • Night of the Day of the Dawn of the Son of the Bride of the Return of the Terror che è solo un ridoppiaggio parodistico (ma no?) della Notte dei morti viventi di Romero: il bello è che l'Internet Movie Database ne dà, come titolo alternativo, anche Night of the Day of the Dawn of the Son of the Bride of the Return of the Revenge of the Terror of the Attack of the Evil, Mutant, Alien, Flesh Eating, Hellbound, Zombified Living Dead Part 2: In Shocking 2-D. D'altronde, non è molto soddisfacente, proprio perché fatto apposta, o "più apposta" degli altri
  • Who Is Harry Kellerman and Why Is He Saying Those Terrible Things About Me? perché

    • è forse il primo nell'elenco che io abbia visto (più oltre arrivano Tutto quello che avreste voluto sapere... e Dottor Stranamore...)
    • è forse il primo che non sia un documentario o un film umoristico
    • è forse l'unico con Dustin Hoffman

  • Sherlock Holmes in the Singular Case of the Plural Green Mustache, per ovvi motivi.

mercoledì 6 agosto 2008

Scultura antica e sentimento del futuro


Forse Ercole Rosa sarà così apprezzato dai nostri pronipoti che vivranno fra sei secoli e mezzo, da spingerli a inventare la macchina del tempo per rendergli omaggio già oggi. Oppure qualche ignoto scalpellino era molto distratto.

Ma la spiegazione più soddisfacente è tutt'altra: quale? Ricordate che un tempo Roma, e tutta l'Italia, era ben più laica di oggi.

(La risposta nel primo commento.)

giovedì 10 luglio 2008

Ossequi...

Già sono abbastanza convinto che "carta" nel senso di tessera sia un anglismo, ma che poi una simile tessera vada riverita e ossequiata quando si decide di acquisirla mi pare un po' eccessivo:


Forse, essendo un po' meno umili nei suoi confronti, qualche punto o sconto ce lo mollava pure...

sabato 5 luglio 2008

Aldilà del bene e del male (= paradiso e inferno)


In realtà non posso escludere che mi sia sfuggito qualche sottile giuoco di parole escatologico, sul motivo per cui questa acqua di colonia rappresenti l'oltretomba delle fragranze...

mercoledì 11 giugno 2008

Forse ha raggione lui...

Da qualche anno l'Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti un programma molto ben fatto che aiuta nella compilazione della dichiarazione dei redditi (e che, caso non frequentissimo, è disponibile anche per il Mac). Spero però che la cura profusa nella creazione del programma e nella verifica dei calcoli relativi alle imposte da versare sia maggiore di quella dedicata all'ortografia:

lunedì 19 maggio 2008

Traduttori traditori I

Ogni tanto vorrei segnalare qualche errore divertente in cui mi imbatto leggendo un testo tradotto, ma se il cinico in me trova divertenti queste perle, la brava persona in me (a mo' di angioletto e diavoletto sulla spalla di Paperino) mi dice che una svista o una scelta infelice può capitare a tutti, me per primo. Allora il diavoletto e l'angioletto hanno messo a punto una soluzione di compromesso, nota in letteratura come "il peccato ma non il peccatore": il più delle volte riporterò le amenità senza segnalare esplicitamente il traduttore, né ovviamente il libro o articolo da cui è preso l'estratto.

Quel "il più delle volte" si riferisce alle possibili eccezioni che farei per lo più nel caso di traduttori "storici". E quindi comincio subito da un esempio del genere (l'angioletto è andato a prendersi un caffè?). In questo caso non posso neppure essere certo che la traduzione sia inesatta, non avendo il testo originale: è solo che suona piuttosto curiosa.

Il libro è un giallo di Ed McBain, cioè Evan Hunter, appartenente alla sua serie sull'87° distretto, e il titolo italiano è appunto 87° Distretto: tutti presenti (Il Giallo Mondadori 1222; titolo originale: Hail, Hail, the gang's all here!). La traduttrice è Andreina Negretti, per molti anni nella redazione di «Urania» e di altre testate della Mondadori. Su un vecchio «Delos» se ne può leggere un'affettuosa commemorazione di Vittorio Curtoni che, tra l'altro, ricorda come fosse anche l'esecutrice materiale di molti dei tagli operati allora sui romanzi pubblicati da «Urania», soprattutto - per quanto la riguardava - a danno delle scene osé: "odiava gli accenni sessuali espliciti in fantascienza. Non li sopportava. Tutti i traduttori lo sapevano, e si comportavano di conseguenza, tagliando (pardon, asciugando) le scene più torride (!) che dovessero incontrare in romanzi e racconti". Curtoni racconta alcuni divertenti episodi in proposito.

Eccoci finalmente alla famosa perla, che sparisce in mezzo all'ostrica di chiacchiere che la precede. Nel romanzo di McBain, uno dei molti tradotti dalla Negretti, a un certo punto due degli investigatori stanno cercando di rintracciare un sospetto di cui conoscono le generalità: adesso stanno cercando il domicilio della defunta madre, e uno chiede all'altro: «Ricordi il nome di battesimo della signora Goldenthal?»

lunedì 5 maggio 2008

Band of zombies

Band of Brothers è una miniserie televisiva prodotta da Steven Spielberg, che segue le vicende di un gruppo di militari americani durante la seconda guerra mondiale. Ne parlano tutti molto bene, per la realizzazione tecnica e per la drammaticità della storia, realmente accaduta, in sé. Ora, io non so come sia andata, ma effettivamente non se la devono essere cavata troppo bene se, come dice la confezione del cofanetto di DVD, "la loro unità subì il 150 percento di vittime".

giovedì 1 maggio 2008

Assiri e andorrani

Ecco un rapido aggiornamento per ricordare ai distratti che ieri è iniziata la settimana dedicata alle lingue a rischio di estinzione (Endangered Languages Week 2008) promossa dalla School of Oriental and African Studies dell'Università di Londra e da altre istituzioni.

Ne fa cenno anche Helen DeWitt nel suo blog paperpools, sempre ricco di spunti. In particolare, segnalo un intervento a proposito di (un post su un altro blog su) un racconto di William Saroyan. Senza sciupare troppo la sorpresa della lettura, anticipo solo che c'entrano barbieri assiri, contrabbandieri curdi e il fatto che gli andorrani non hanno una lingua né una valuta.

martedì 22 aprile 2008

Strana toponomastica

Poiché persino il buon Omero ogni tanto dormicchiava, lo stesso può benissimo succedere al buon Google Maps. Se si perlustra la zona di Roma attorno al Colosseo, si può notare l'esistenza di una misteriosa "Via dei Strada Statale 4" (in basso a destra nell'illustrazione). Che cos'è successo? Al lettore la non ardua ma curiosa risposta.

sabato 19 aprile 2008

"Tutto" il mondo è "paese"

Per qualche motivo, immaginavo che solo in Italia qualcuno fosse solito usare le "virgolette" per "evidenziare" alcune parole di una frase (non è che io perda notti di sonno per ponderare sulla distribuzione geografica di questa usanza). Invece pare che succeda un po' dappertutto, e in ispecie nel mondo anglofono, tanto che qualche meritorio Accademico onorario in pectore ha dedicato a questo fenomeno un blog apposito, appunto The “Blog” of “Unnecessary” Quotation Marks.

giovedì 3 aprile 2008

Il singlish per tutti

In attesa di rimettermi seriamente a dare nuovi meravigliosi contributi alla pubblicistica dell'Accademia, ecco il primo di una serie di post un po' pigri (segnalazioni da altri blog, ripescaggi di roba vecchia...). John Baez, da non confondere ovviamente con Joan, racconta qualcosa sul singlish, che non è, come potrebbe parere, un linguaggio per gente che non ha un compagno o un coniuge, ma un pidgin parlato a Singapore.

venerdì 8 febbraio 2008

Tagliatine e costolette

Mi sono imbattuto in una simpatica paretimologia. Schnitzel (come in Wiener Schnitzel, la cotoletta alla milanese alla viennese) deriva dalla radice del verbo schneiden, tagliare, con una desinenza per i diminutivi del tedesco meridionale (e fin qui, a quel che so, l'etimologia è corretta). In una pagina della Wikipedia che prima o poi andrà corretta, questa parola viene raffrontata con cutlet, asserendo che qui, analogamente, ci sarebbe la radice del verbo to cut e la desinenza diminutiva -let (come in piglet o wavelet). Il diminutivo, indirettamente, c'entra davvero, ma la parola nel suo complesso viene, come si sa, dal francese côtelette.

(A proposito di etimologie curiose, tutti sanno perché la Caran d'Ache, ditta svizzera che produce matite e affini, si chiama così, vero?)

venerdì 25 gennaio 2008

Eccezionale!

A capodanno del 2000, io e alcuni amici festeggiammo l'"eccezione dell'eccezione dell'eccezione". Infatti il 2000, essendo un anno il cui numero è divisibile per 4, è eccezionale in quanto potenzialmente bisestile; essendo anche divisibile per 100, farebbe eccezione a questa regola dato che la maggior parte degli anni con questa proprietà non sono bisestili. L'ulteriore eccezione è data dal fatto che notoriamente gli anni divisibili per 400 sono invece bisestili.

Il tutto, come si sa, serve per approssimare la durata media dell'anno solare. Ma anche con questi accorgimenti, l'anno solare è lievemente più breve della durata media dell'anno nel calendario gregoriano. Per questo motivo, nel 1849 l'astronomo John Herschel propose di considerare l'anno 4000 non bisestile.

Quindi, qualora nel prossimo paio di millenni si decidesse di adottare questa proposta, a capodanno del 4000 potremo festeggiare l'eccezione dell'eccezione dell'eccezione dell'eccezione!

In realtà ho un po' semplificato le cose, perché per decidere della "vera" lunghezza dell'anno solare bisogna, tra le altre cose, tenere in considerazione le differenze tra l'anno tropico e altre definizioni dell'anno, come quello siderale; il punto dell'eclittica in cui si considera l'inizio dell'anno tropico; le fluttuazioni di anno in anno...

giovedì 10 gennaio 2008

E Giovan Battista Marino? Ovvero, come non dire pane al pane chiamando spada una vanga

Devo alla citazione che ne fa Stefano Bartezzaghi nella sua bella storia del cruciverba L'orizzonte verticale (Einaudi 2007) questo estratto da una prolusione che tenne W.H. Auden a Oxford nel 1956, degno di un ipotetico manifesto dei pignuoli. Auden chiederebbe a un critico letterario:

Ama, nel senso che ama davvero, e non che li approva in linea di principio:
  1. Le lunghe liste di nomi propri, come le genealogie dell'Antico Testamento e il Catalogo delle navi nell'Iliade?
  2. Gli enigmi e tutti gli altri modi per non chiamare 'spada' una spada?
  3. Le forme metriche complicate e di grande difficoltà tecnica, come gli englys, i drott-kvaetts, le sestine, anche se il loro contenuto è banale?
  4. Teatralità consapevolmente esagerate, e brani di adulazione barocca come il benvenuto di Dryden alla duchessa di Ormond?

Se un critico potesse rispondere in tutta sincerità «sì» a ognuna delle quattro domande, allora potrei fidarmi implicitamente del suo giudizio su qualsiasi questione letteraria.
Ovviamente non saprei dirlo meglio, o aggiungere qualcosa, e quindi mi limito alle pignolerie di servizio.
In realtà, nel punto 2. si parlava di "calling a spade a spade", cioè, vanghe a parte, "dire pane al pane".
Sugli englys, che poi sono englyns (anzi, englyn perché non facciamo il plurale delle parole straniere, ma se lo facessimo sarebbe englynion in gallese), vedi la voce Englyn della Wikipedia. Si fa presto a dire englyn: ce ne sono otto tipi, tra cui l'englyn del soldato e l'englyn monorima storto. Dei drott-kvaett (o, con ortografia più nordica, dróttkvætt) si parla all'interno della voce sulla poesia allitterativa.