giovedì 4 dicembre 2008
Ma anche "Il conte Max" non scherza
Il già menzionato "Giardino delle bizzarrie", oltre a varie altre amenità di "atletica verbale", riporta anche i due più lunghi titoli italiani di film nei quali non sia ripetuta alcuna lettera. Si tratta, a pari merito, di Devilman Story e di Il grande scout, entrambi di 13 lettere.
Il secondo dei due titoli era già noto all'Accademia, e si racconta anzi al proposito che un accademico, alla ricerca di un titolo eteroletterale più lungo di quelli noti fino ad allora agli accademici, abbia cominciato a lambiccarsi il cervello e a notare come Il grande... fosse un inizio promettente. Considerando le lettere rimanenti, e in particolare il fatto che tra le vocali rimanevano disponibili solo la "o" e la "u", pensò a quanto sarebbe stato bello se fosse esistito un film intitolato Il grande scout, ma il Mereghetti non dava corpo a questa speranza. Fu un altro accademico, armato di Morandini, ad attestare che il film sperato esisteva eccome, e a paragonare la "scoperta" del primo alle imprese di Mendeleiev che previde l'esistenza di elementi chimici allora ignoti semplicemente sulla base di che cosa doveva esistere in base alla tavola periodica.
Per la cronaca, Devilman Story è uno sgangherato film d'azione italiano del 1967 incentrato sulle gesta del supercattivo del titolo ("un pazzo che fa esperimenti folli sul cervello umano", come spiega Marco Giusti), diretto da Paolo Bianchini con il nome d'arte di Paul Maxwell e interpretato da vari altri italiani con pseudonimi americaneggianti. Il grande scout ha come titolo originale The Great Scout & Cathouse Thursday ed è un western non particolarmente riuscito del 1976 diretto Don Taylor, con Lee Marvin e Oliver Reed.
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