
Il già menzionato "Giardino delle bizzarrie", oltre a varie altre amenità di "atletica verbale", riporta anche i due più lunghi titoli italiani di film nei quali non sia ripetuta alcuna lettera. Si tratta, a pari merito, di Devilman Story e di Il grande scout, entrambi di 13 lettere.
Il secondo dei due titoli era già noto all'Accademia, e si racconta anzi al proposito che un accademico, alla ricerca di un titolo eteroletterale più lungo di quelli noti fino ad allora agli accademici, abbia cominciato a lambiccarsi il cervello e a notare come Il grande... fosse un inizio promettente. Considerando le lettere rimanenti, e in particolare il fatto che tra le vocali rimanevano disponibili solo la "o" e la "u", pensò a quanto sarebbe stato bello se fosse esistito un film intitolato Il grande scout, ma il Mereghetti non dava corpo a questa speranza. Fu un altro accademico, armato di Morandini, ad attestare che il film sperato esisteva eccome, e a paragonare la "scoperta" del primo alle imprese di Mendeleiev che previde l'esistenza di elementi chimici allora ignoti semplicemente sulla base di che cosa doveva esistere in base alla tavola periodica.

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