Piccolo post pubblicitario ispirato dal fatto che oggi è il 150mo anniversario della nascita di Robert W. Chambers, scrittore statunitense vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, e noto soprattutto come autore del King in Yellow, il Re in giallo, una raccolta di racconti solo parzialmente collegati – in particolare dal ricorrere dell'omonima, inquietante pièce teatrale – i cui “miti di Hastur” ispirarono Lovecraft e altri autori, fino alla recente serie televisiva True Detective.
Un buon modo per celebrare la ricorrenza è leggere qualcosa di Chambers, ovviamente, e magari proprio il suo racconto Il riparatore di reputazioni, il primo del Re in giallo, leggibile autonomamente, nella traduzione del sottoscritto apparsa all'interno del progetto Dragomanni. Lo dicevo che era un post pubblicitario! (Qui il link per chi usa un Kindle.)
martedì 26 maggio 2015
martedì 5 maggio 2015
Aldo Moro e “Forza Italia!” (il film)
Ho visto di recente un film di Roberto Faenza, il che mi ha fatto rendere conto che in precedenza ne avevo visto solo il film di montaggio sulla DC Forza Italia!, uscito poco prima del rapimento di Moro e subito dopo ritirato dalle sale. (In realtà, guardando la sua filmografia mi accorgo di aver visto anche il dimenticabile Caso dell'infedele Klara.)
Mi è capitato di leggere che a Moro stesso si attribuisce dal sequestro un elogio del film, a condanna del proprio partito. Ho voluto approfondire. Il fatto viene ripetuto spesso, e un po' allegramente, in rete, ma senza riferimenti specifici. Una fonte che dovrebbe avere un certo peso è un'intervista a Faenza stesso:
Esiste però anche il cosiddetto “Memoriale Moro”, che è un insieme di testi redatti dai brigatisti e in parte attribuiti a Moro. Qui compare l'unica menzione che ho trovato del film (aggiungo un poco di contesto):
Spero che qualcuno trovi la citazione esatta, perché non posso certo credere che Faenza abbia inventato la citazione, o che l'abbia riportata a memoria in modo così fantasioso.
Mi è capitato di leggere che a Moro stesso si attribuisce dal sequestro un elogio del film, a condanna del proprio partito. Ho voluto approfondire. Il fatto viene ripetuto spesso, e un po' allegramente, in rete, ma senza riferimenti specifici. Una fonte che dovrebbe avere un certo peso è un'intervista a Faenza stesso:
Aldo Moro negli ultimi giorni del calvario di via Montalcini, scrisse di “Forza Italia”: “È l'istantanea più fedele della spregiudicatezza della Dc”. Povero Moro. Il film l'aveva visto davvero. Ci ho pensato per anni.La presunta citazione non trova nessun altro riscontro in rete, e nell'edizione integrale Einaudi delle lettere di Moro dalla prigionia Faenza non compare nell'indice dei nomi (non è una dimostrazione a prova di bomba, ma nell'indice compaiono anche i nomi menzionati solo nelle note, dove presumibilmente verrebbero dati gli estremi del film, se fosse nominato nel testo).
Esiste però anche il cosiddetto “Memoriale Moro”, che è un insieme di testi redatti dai brigatisti e in parte attribuiti a Moro. Qui compare l'unica menzione che ho trovato del film (aggiungo un poco di contesto):
Da qui quell'indubbio poderoso cambiamento di personale dirigente a diversi livelli, di base, di sezione, di provincia, di regione, di consiglio nazionale (meno), parlamentare. Non è detto che tutti siano migliori: sono però nuovi e diversi e portano più modernità, più spregiudicatezza, più laicismo. Infatti il legame con la Chiesa è afflosciato. E per chi abbia visto “Forza Italia”, fa impressione il linguaggio, a dir poco, estremamente spregiudicato, che i democristiani usano al Congresso tra un applauso e l'altro all'On. Zaccagnini. Sono modi di dire e di fare che un tempo sarebbero apparsi inconcepibili.Peraltro – se le parole sono veramente del rapito – Moro dimostra sì di aver visto e apprezzato il film, ma è meno critico nei confronti della DC di quanto sembri di solito: sembra anzi apprezzarne il rinnovamento. (E “spregiudicato” è un aggettivo pregevolmente ambiguo: può denotare chi se ne infischia delle regole o del vivere civile, ma anche chi è privo di pregiudizi e non si lascia condizionare da “come si è sempre fatto”.)
Spero che qualcuno trovi la citazione esatta, perché non posso certo credere che Faenza abbia inventato la citazione, o che l'abbia riportata a memoria in modo così fantasioso.
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