Questo invece è quasi un classico, e ne devo la conoscenza all'accademico Giovanni S.
Charles Williams è uno dei più grandi autori di quel genere che oggi si tende a chiamare noir.
Uno dei motivi per cui Williams potrebbe essere vagamente presente anche a chi non frequenta molto la letteratura di genere sono i numerosi film ispirati a suoi romanzi, tra cui Ore 10: calma piatta (Dead Calm), tratto appunto da Dead Calm, ma soprattutto Finalmente domenica! (Vivement dimanche!) di Truffaut, basato su The Long Saturday Night (in italiano Morire d'amore o anche Finalmente domenica!). E poi, molto hard-boiled, molti romanzi, molti film.
Uno dei romanzi più apprezzati di Williams è Hell Hath No Fury, del 1953 (noto ultimamente anche come Hot Spot, dal titolo del film di Dennis Hopper che ne è stato tratto nel 1990). Il titolo originale deriva da un verso di William Congreve citato in modo impreciso. Nella tragedia The Mourning Bride (1697) di Congreve compare questo distico:
Heav'n has no rage like love to hatred turn'dNor Hell a fury, like a woman scorn'd.
(Una traduzione di servizio può essere più o meno: “Il cielo non conosce ira quale un amore mutato in odio / né l'inferno furia quale una donna disdegnata”). Quindi il titolo del romanzo di Williams, a volerlo tradurre “letteralmente”, sarebbe qualcosa come L'inferno non conosce furia... o simili, o magari tutt'altro.
Be', la traduzione italiana classica del romanzo (la cui prima edizione fu, credo, pubblicata nel 1967 da Longanesi) è intitolata L'inferno non ha fretta. Fraintendere “furia” per “fretta” è un toscanismo delizioso, in effetti. (Non che il più recente titolo Il posto caldo, per via del film, migliori molto la situazione.)
Precedenti “Traduttori traditori”: uno, due, tre.
Precedenti “Traduttori traditori”: uno, due, tre.