sabato 29 settembre 2007

Tra uno Smørrebrød e l'altro...

Sono stato qualche giorno a Copenaghen. Più che le meraviglie della città e dei dintorni, sono pertinenti qui alcune pignolerie sulla lingua danese. È abbastanza noto che il danese, a differenza delle altre lingue scandinave, ha una pronuncia irregolare e che in genere "non si legge come si scrive". Se per esempio volete avere anche solo un'idea di che cos'è lo stød, leggetelo sulla Wikipedia.
In compenso, la grammatica è molto semplice: la morfologia, in particolare, è quasi elementare. I verbi non si coniugano in base alle persone e al numero, bensì hanno un'unica forma per il presente indicativo, una per il perfetto e così via. I nomi hanno due generi (comune e neutro) e non hanno casi tranne il genitivo, che ovviamente si forma per lo più aggiungendo una s.
Un dettaglio elementare che mi ha lasciato perplesso per qualche ora (si vede che i cieli grigi della Sjælland hanno offuscato le mie capacità mentali) è stato il perché i sostantivi a volte assumessero un -et o -t finale. Non mi risultava che ci fosse un caso fatto così, il plurale in genere è in -r... boh? Perché se "casa" si dice hus ogni tanto leggo huset? Finalmente mi è venuta un'idea, ho controllato ed era giusta. Che cosa significa quel -et o -t finale? La soluzione nel primo commento a questo post.

P.S. Tra i dolci primeggiano veramente quelli che noi chiamiamo danesi, e i danesi danesi sono proprio buoni!

2 commenti:

  1. Ecco la "soluzione": la -t o -et proclitico, in danese, è semplicemente l'articolo determinativo. Così, per esempio, "universitetet" è "l'università".

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  2. Il proclitico -et si usa per i sostantivi di genere neutro. Per i sostantivi di genere comune (un genere che ha fuso assieme il maschile e il femminile del protogermanico) la desinenza è -en. Al plurale, per entrambi i generi, la desinenza è -ne.

    Attenzione, è vero che il plurale dei sostantivi si forma nella maggior parte con -er, ma non sono pochi quelli che formano il plurale in -e, oppure sono invariabili. E non c'è una regola fissa, bisogna saperlo a memoria (sia il genere di un sostantivo, sia il plurale).

    Il danese è una delle lingue che designa la forma determinata del sostantivo con i proclitici, non certo l'unica.

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