martedì 22 giugno 2021

Controllare “controllare”

Ogni volta che uso il sostantivo “controllo” o il verbo “controllare” ho delle remore.

Non c'è dubbio che ormai queste parole abbiano acquisito in italiano un significato attivo, relativo alla capacità di “dirigere, regolare, determinare o impedire decisioni e comportamenti” (Treccani) detto di cose, persone, luoghi, attività, sé stessi. La mia remora viene dal fatto che è un'accezione relativamente recente, derivata dall'analoga inglese: “the power to influence or direct people's behaviour or the course of events” (Oxford Dictionary of English).

Ma ancora 70 anni fa (e fino a quando? io ho sott'occhio un dizionario del 1948) “controllo” significava soltanto:

Riscontro. Verifica. Esame sull'operato altrui. Riscontro di entrate e di spese. (Zingarelli, 7ª edizione, 1948)

E l'analogo per “controllare”. Il controllore controllava i biglietti, per esempio, ma non sé stesso nel bere. Se uno controllava la palla, era per vedere se era bucata, non per evitare che finisse fuori campo. Se uno controllava un settore dell'industria, apprendeva se vi avevano luogo degli illeciti, non spazzava via la concorrenza.

Ora si usa in entrambi i modi, e non avrebbe senso cercare di andare contro corrente. Ma per lo meno cerco di controllare che le frasi che scrivo non siano fraintendibili per via dell'ambiguità.

lunedì 11 gennaio 2021

Cieli di celluloide

Quelli tra i miei 2,5 lettori che si interessano al cinema o all'aviazione (e se poi fosse a entrambi, sarebbe il massimo) saranno lieti di sapere che dal primo dell'anno sto tenendo un nuovo piccolo blog, appunto sul cinema d'aviazione: Cieli di celluloide. In ogni post analizzo un film, una persona, un aereo, un concetto legati a questo genere.

A parte che non è un triplano e non è rosso, sarebbe l'aereo di von Richthofen in Gli angeli dell'inferno (1930)