Se mi dessero un euro per ogni volta che mi imbatto in qualcuno che confonde un'unità di misura con un'altra - qualcuno che viene pagato per occuparsene e scriverne - farei tante belle spese, e magari organizzerei un corso di fisica elementare per giornalisti e pubblicitari.
L'ultimo caso su cui m'è caduto l'occhio è un articolo molto accorato ma poco accurato, ahimé sul manifesto (29.1.'11, pag. 16), a firma di Nicola Cipolla. All'interno, anzi all'inizio, di un articolo non privo di interesse sulle difficoltà e speranze dell'uso dell'energia solare in Italia, fornisce alcuni dati sull'incremento della potenza fotovoltaica installata.
E per chiarirci le idee sulla potenza, ci spiega che “basta ricordare che 1.000 Mw di energia rinnovabile equivalgono a 600 mila tep (tonnellate equivalenti petrolio)”.
Ora:
- a parte che il simbolo del megawatt è MW, e non Mw (ma questo potrebbe essere un problema puramente tipografico);
- a parte che il MW è un'unità di potenza e non di energia (ma questo potrebbe essere un solo modo sciatto di esprimersi, se non fosse per quello che viene dopo);
- a parte che l'energia rinnovabile non è diversa, come grandezza fisica, dall'energia ottenuta bruciando una carcassa di dinosauro o la Gioconda (ma non è la prima volta che incontro simili balzane distinzioni);
- a parte che “equivalente” è un termine sempre ambiguo, e in particolare quando si stanno facendo conti precisi, numeri alla mano (è uguale a? ha lo stesso impatto di? ha lo stesso costo di? ...);
- a parte che la conversione tra tep e altre grandezze fisiche non è universale, ma diversa a seconda di come decide di procedere l'ente o la società che calcola la conversione, e cioè a seconda del fattore di efficienza adottato per la trasformazione tra energia termica e energia elettrica;
a parte tutto questo, il watt è un'unità di misura della potenza, mentre il tep è un'unità di energia, e la potenza e l'energia sono due grandezze fisiche diverse. Non è possibile confrontarle. Sarebbe come dire che la velocità di una certa automobile è equivalente alla distanza tra Roma e Firenze. Se proprio si vuole fare un discorso del genere, bisogna parlare di tempo da qualche parte (“con questa macchina si può andare da Roma a Firenze in due ore...”).
Detto ciò, che intendeva quell'articolo? Stava forse sottintendendo da qualche parte “...all'anno” o “al giorno” o qualcosa del genere?
Sono genuinamente perplesso.
Sono genuinamente perplesso.
Usando il più recente fattore di conversione adottato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, e cioè 1 kWh = 0,187 × 10-3 tep (uno tra i vari fattori menzionati già solo in quel singolo documento di quella singola autorità), troviamo che 600.000 tep sono pari a circa 3200 GWh. Sono pari quindi a 1000 MW (la potenza di cui si parlava nell'articolo) erogati per 3200 ore, cioè circa 133 giorni. E quindi? Nicola, che volevi dire?
...a lui lo hai chiesto? No? Chiediglielo, e se ti risponde spiegandosi e facendo ammenda potrebbe diventare una rubrica fissa: «Ravvedimenti operosi». (Un abbraccio)
RispondiEliminaHai ragione, Isa: mo' ci provo.
RispondiEliminaL'esempio della distanza e della velocità mi ha fatto venire in mente l'equivoco forse più diffuso fra le grandezze: misurare il tempo in anni-luce.
RispondiElimina@Paolo: ...senza contare la famosa battuta di Han Solo, in cui si vanta di aver percorso la rotta di Kessel in meno di dodici parsec (e lì c'è chi si è divertito a trovarci un senso: aveva trovato una scorciatoia più breve o qualcosa del genere).
RispondiEliminaOra che ci penso: se anziché un euro mi dessero un euro/mese per ogni volta che sento etc., anziché un bel gruzzolo avrei una bella rendita!
Se mi dessero un kelvin per ogni volt che trovo un joule in un farad al secondo, avrei un kilowatt di cose da dire
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