Mi è capitato di leggere che a Moro stesso si attribuisce dal sequestro un elogio del film, a condanna del proprio partito. Ho voluto approfondire. Il fatto viene ripetuto spesso, e un po' allegramente, in rete, ma senza riferimenti specifici. Una fonte che dovrebbe avere un certo peso è un'intervista a Faenza stesso:
Aldo Moro negli ultimi giorni del calvario di via Montalcini, scrisse di “Forza Italia”: “È l'istantanea più fedele della spregiudicatezza della Dc”. Povero Moro. Il film l'aveva visto davvero. Ci ho pensato per anni.La presunta citazione non trova nessun altro riscontro in rete, e nell'edizione integrale Einaudi delle lettere di Moro dalla prigionia Faenza non compare nell'indice dei nomi (non è una dimostrazione a prova di bomba, ma nell'indice compaiono anche i nomi menzionati solo nelle note, dove presumibilmente verrebbero dati gli estremi del film, se fosse nominato nel testo).
Esiste però anche il cosiddetto “Memoriale Moro”, che è un insieme di testi redatti dai brigatisti e in parte attribuiti a Moro. Qui compare l'unica menzione che ho trovato del film (aggiungo un poco di contesto):
Da qui quell'indubbio poderoso cambiamento di personale dirigente a diversi livelli, di base, di sezione, di provincia, di regione, di consiglio nazionale (meno), parlamentare. Non è detto che tutti siano migliori: sono però nuovi e diversi e portano più modernità, più spregiudicatezza, più laicismo. Infatti il legame con la Chiesa è afflosciato. E per chi abbia visto “Forza Italia”, fa impressione il linguaggio, a dir poco, estremamente spregiudicato, che i democristiani usano al Congresso tra un applauso e l'altro all'On. Zaccagnini. Sono modi di dire e di fare che un tempo sarebbero apparsi inconcepibili.Peraltro – se le parole sono veramente del rapito – Moro dimostra sì di aver visto e apprezzato il film, ma è meno critico nei confronti della DC di quanto sembri di solito: sembra anzi apprezzarne il rinnovamento. (E “spregiudicato” è un aggettivo pregevolmente ambiguo: può denotare chi se ne infischia delle regole o del vivere civile, ma anche chi è privo di pregiudizi e non si lascia condizionare da “come si è sempre fatto”.)
Spero che qualcuno trovi la citazione esatta, perché non posso certo credere che Faenza abbia inventato la citazione, o che l'abbia riportata a memoria in modo così fantasioso.
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