Sulla scia delle dimissioni di Renata Polverini dalla presidenza della Regione Lazio, annunciate (e ancora non avverate nel momento in cui scrivo), sono apparsi a Roma i manifesti che riproduco qui e che, dando prova di un certa qual improntitudine, sembrano magnificare la gestione finanziaria dell’attuale consiglio regionale.
Non posso escludere d’altronde che si tratti di una sottile opera satirica a danno della Polverini dovuta a qualche altra parte politica, o apolitica, perché tanto normali questi manifesti non sono. Intanto, per un ente non è necessariamente un vanto il fatto in sé di ridurre il bilancio (bisogna vedere quali voci, come, perché): è come dire che spendo meno per mangiare. Magari prima mangiavo normalmente e ora mi limito al pane secco.
Poi non è ben chiaro rispetto a cosa siano calcolate le varie riduzioni e tagli (l'anno scorso? la legislatura precedente? il bilancio statale del Nebraska? le previsioni sbagliate?).
Ma soprattutto, e di maggior rilevanza per i pignuoli, che cosa vuol dire “ridotte del 183% le spese di comunicazione”? Cioè, proprio aritmeticamente, che significa? Per ogni 100 euro che si spendevano prima, adesso... che cosa? Ne entrano 83? È oggettivamente difficile ridurre una quantità di più del 100%, a meno di non entrare nei numeri negativi. E le spese negative sono un po’ strane.
(E sì che io sono un fautore del concetto di “denaro negativo”: un mondo in cui quando prendo un cappuccino mi danno una bella moneta da -1 euro, oppure in cui i ladri infilano con destrezza banconote negative nelle tasche della gente.)
Visto che questo manifesto fa parte delle stesse attività di comunicazione su cui si vantano tagli draconiani, la mia unica speranza è che si tratti di uno scherzo, o di un messaggio in bottiglia, da parte di qualche stagista non pagato...
Buona idea, il denaro negativo. A me piace anche il denaro immaginario, che fra l'altro sarebbe forse un concetto utile per studiare la finanza
RispondiEliminaChe delusione: speravo in un post che parlasse di aristocratici, e già sognavo una rubrica che comprendesse anche marchesi e baroni del Lazio...
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